Secondo il Corriere della Sera Elisabetta Foradori, new entry di Opera Wine, ha dato nuova luce ad un vitigno semidimenticato: il Teroldego.
Vada per la nuova luce, la nuova interpretazione, la solida visione territoriale. Vada per l’innovazione, per la biodinamica, per le anfore e per tutto il resto.
Ma considerare il Teroldego un vitigno semidimenticato, mi pare poco generoso nei confronti dei rotaliani. Che sono stati gli unici, in Trentino, a tutelare le loro uve con un disciplinare dedicato. E del resto, le superfici coltivate a Teroldego oggi non sono molto distanti (semmai leggermente in calo) da quelle di 40 anni fa.
Detto questo, chiaramente, grazie Elisabetta. E brava Elisabetta.