lontana dalle nebbie
che si fa rossa all’alba per il gelo
e si rabbuia per il temporale
acida
terra gialla di scirocco
che non conduce al porto le sue navi
che non riporta a casa i marinai
che li allontana invece
madre cagna
Fertile, grassa e madida
verde di fichi d’india
e di spallette
ove avvitato inerpica il moscato
e si fa amore, ignudi, nei canneti
Questa era la terra dei miei cari avi
morti
obliati
che hanno sopra il marmo fiori finti
coperti da lanetta polverosa.
Ogni cosa ormai è dimenticata
e queste valli e le colline intorno
somigliano alla pelle di una vecchia
che fu da giovine prosperosa e bella.