Terra dei Fuochi e siti a rischio: altri 26 terreni attendono il verdetto

Creato il 19 giugno 2015 da Vesuviolive

Nell’anno 2010, i ricercatori dell’Arpa Campania e del Cnr effettuarono il monitoraggio di un ingente numero di siti a rischio nella Terra dei Fuochi: ben ventisei nei pressi di Nola-Villa Literno e dei cosiddetti Regi Lagni ed altri tredici nella zona di Napoli.

In particolare Castel Volturno fu citata per ben sette volte. Le coordinate indicano in tre siti lungo la Strada statale 7 quater Variante, assenza di copertura vegetale o anomalie termiche al suolo. Uno si trova nei pressi del Golf Club e della Riserva della Forestale, altri tre sono in via Potenza, zona agricola, via Carducci, via Modica. Uno è localizzato ancora lungo Statale 7 Bis, diramazione 22. Qui i ricercatori comparando i dati dal ’94 al 2006, rilevano una riduzione del laghetto, fino alla sua completa scomparsa nel 2008. Lo stesso discorso per Villa Literno, sulla statale 7 Bis, sono stati rilevati due siti a rischio: uno a via Santa Maria a Cubito, l’altro in una zona che è stata messa a punto grazie alle coordinate Gps, che presenta anomalie nel suolo.

A Frignano, sono state rilevate temperature tra i 32 e i 42 gradi del suolo e quasi la totale assenza della copertura vegetale. Lo stesso per il territorio di San Tammaro, proprio nei pressi del perimetro della reggia di Carditello, sulla Provinciale 230, l’anomalia di 36 gradi al suolo è tracciata su un terreno con crescita di vegetazione non regolare. A Santa Maria la Fossa c’è, invece, un terreno in via Vaticale che presenta un’anomalia termica di 54 gradi, area adibita a discarica di materiale.

A Santa Maria Capua Vetere in una zona agricola, i 45 gradi al suolo accompagnano una colorazione più chiara del terreno rispetto al resto dell’area. A Succivo il sito si trova lungo la Provinciale 335, mentre a Orta di Atella è segnalato un sito sulla Provinciale 19 e infine a Marcianise, località tra Carbone I e Carbone II.

L’ultima stranezza nella temperatura del suolo è a Caivano, nei pressi del Lagno Vecchio, che costeggia una parte del parcheggio del Centro Commerciale Campania.

Tutto ciò grazie alla comparazione di ortofoto degli anni 1994, 2000 e 2006 ed i dati Mivis del 2008 e del 2004 registrati da parte della Regione Campania e dai carabinieri. Tuttavia fu difficile cercare di capire le reali cause, in quanto non vi erano reali dati raccolti sul campo. Il gruppo di persone impegnate in tale lavoro infatti ha affermato, come riportato dal Mattino.it: di partire da analisi delle immagini a alta risoluzione spaziale per rilevare abbandoni di materiale oppure per lo studio delle cave, delle discariche e aree adibite a discariche illegali.” 


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