La cosa più curiosa, per la quale ammetto la mia infinita ignoranza, è che io Alberto Giolitti non lo conoscevo nemmeno. Autore molto celebre in Argentina e Stati Uniti, conosciuto soprattutto per i suoi lavori legati al genere western, mi è subito sembrato il classico maestro alla quale la definizione nemo propheta in patria calza a pennello. Poi magari conoscete tutti quanti i suoi lavori a menadito ed effettivamente la mosca bianca sono io, tutto può essere...
Le tavole di Giolitti sono un vero spettacolo, sono praticamente assenti vignette dove gli sfondi e le ambientazioni non siano curati con dovizia, alcune scene in interno denotano una passione e un dettaglio quasi maniacale, basti guardare ad esempio l'arredo degli uffici di Fort Grant nelle prime pagine della storia imbastita da Claudio Nizzi. Il tratto preciso e pulito di Giolitti riesce ad unire matite davvero belle a vedersi a un dinamismo funzionale alla storia e uno storytelling molto vivace. Se proprio vogliamo trovare una piccola pecca nel lavoro di questo grande artista, possiamo dire che i volti di Kit e Tex, sempre molto simili, tendono a mostrare qualche anno più del dovuto in tavole dove spesso Kit sembra Tex e questi una sua versione più anzianotta. Talvolta nel volto del ranger si intravedono lineamenti della famiglia Bonelli, ma forse questa è una mia malata fissazione più che un reale omaggio del disegnatore. Questioni anagrafiche a parte anche i volti godono di un'espressività fuori dall'ordinario che rende il lavoro del disegnatore ancor più prezioso.
Di Nizzi è veramente, veramente inutile parlare, Nizzi è il west e tanto basti. Ogni tanto si sente dire che le sceneggiature di Tex non sorprendono, sono tutte simili e cose così... può essere, non so, però funzionano quasi sempre e quasi sempre divertono.
Questa volta i quattro pards sono chiamati a riportare un po' d'ordine nella cittadina di Safford tiranneggiata da Paul Morrison, affarista poco pulito che si serve degli indiani di Ganado e dei loschi Gormann e Chavez per mantenere il controllo sui pochi cittadini onesti rimasti a Safford. Storie forse già sentite che non impediscono però l'ottima riuscita di questo secondo appuntamento con il Texone.