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Terremoto in Costa Rica: quando la prevenzione comincia a scuola

Creato il 17 settembre 2012 da Eldorado

C’è voluta una settimana di studi e di interpretazione dei dati delle più di trenta stazioni di monitoraggio sparse per il paese per determinare che il terremoto che ha colpito la Costa Rica la mattina del 5 settembre scorso era proprio il Big One atteso da anni.
Temuto ed aspettato come una sorta di cataclisma che avrebbe potuto provocare una catastrofe, il movimento tellurico è invece risultato un sisma controllato nel suo sviluppo e contenuto nei danni, che avrebbero potuto invece essere smisurati se i costaricani non avessero fatto della prevenzione e del rispetto delle regole antisismiche una costante della vita quotidiana.
Provocato dallo scontro di due placche (quella del Coco e quella Caribe) il terremoto secondo i registri dell’Ovsicori, l’osservatorio per i terremoti della Costa Rica, ha determinato uno spostamento della placca principale del Coco di 1,85 metri, rivelata da un innalzamento della superficie terrestre che è giunto fino a un metro in alcune spiagge vicine all’epicentro. Il Big One non ha però liberato tutta l’energia che ha accumulato in questi anni. Nonostante il botto da 7.6 della scala Richter, il terremoto del 5 settembre potrebbe ripetersi. È una possibilità ma non una certezza, come ha assicurato Marino Protti, l’esperto dell’Ovsicori, che ha affermato che se è vero che il sisma non ha sprigionato tutta l’energia, potrebbe però farlo non solo in un’unica scossa, ma in forma scaglionata –ossia in movimenti più moderati- nei prossimi anni.
Da qui la necessità di insistere sulla cultura della prevenzione e dell’educazione, che è stata poi alla base della catastrofe evitata la settimana scorsa. Il codice antisismico è stato riorganizzato nel 2002 e verrà riformato il prossimo gennaio, con regole ancora più severe di quelle attualmente esistenti sulla base della mappa sismica del paese disegnata e mantenuta aggiornata dall’Ovsicori.
L’aggiornamento è un lavoro metodico, che spesso porta con sè strascichi di polemica, ma che alla fine dà risultati. La Costa Rica è un paese altamente sismico, con più di 150 faglie attive. Nella settimana che è seguita al terremoto del 5 settembre si sono registrate più di millesettecento scosse di assestamento, alcune anche di alta intensità, ma che in generale non hanno causato allarme tra la popolazione. Una questione di abitudine, ma anche di educazione, come dicevamo, che è diventata parte della cultura di questo popolo. Dal terremoto di Limón, occorso il 22 aprile 1991 (magnitudo di 7.8, 127 morti tra Costa Rica e Panama e danni incalcolabili), è cambiato completamente l’approccio sulla prevenzione. Da allora, oltre alla rivoluzione nei codici riguardanti l’edilizia, è stata incrementata la rete di assistenza ed ampliato il ruolo della protezione civile (la Comisión Nacional de Emergencia). Scuole, ospedali, fabbriche, edifici pubblici e privati devono obbligatoriamente disporre di un piano di evacuazione, che viene insegnato e messo in pratica periodicamente, per ricordare alla gente che un terremoto può occorrere in qualsiasi momento e mentre ci si trova in qualsiasi occupazione.
Una lezione ripetuta fino alla noia, ma che nel momento del bisogno marca la differenza tra la vita e la morte.  
Terremoto in Costa Rica: quando la prevenzione comincia a scuolaIntanto, in Guanacaste, la regione più colpita dal sisma, si cerca di tornare alla normalità. Hojancha, Nicoya e poi sulla costa Samara, Garza, Carrillo, Nosara tutti vicini all’epicentro del terremoto del 5 settembre sono sempre stati luoghi carichi di sole. Oggi, dopo quella mattina, al sole si è unita la speranza di un veloce ritorno alla quotidianità. I segni del sisma si vedono principalmente sulle facciate degli edifici pubblici, soprattutto di quelli costruiti prima dell’entrata in vigore del nuovo codice. I danni, in alcuni casi, sono severi ma qui la gente è abituata a guardare avanti. Il Guanacaste, regione che vive di turismo, si prepara lo stesso per l’alta stagione e gli hotel non hanno fatto registrare al momento un calo nelle prenotazioni. Cinzia Filippini Guindani, proprietaria a Carrillo del bed & breakfast Casa Buenaventura, una manciata di chilometri dall’epicentro, insiste sulla lezione di civiltà ricavata dall’emergenza: ¨La nostra comunità non è mai stata isolata. Telefono, internet, acqua hanno continuato a funzionare. È mancata solo la luce, ma è stata ripristinata otto ore dopo il terremoto. Alle sette eravamo tutti a cena, come consuetudine¨.
E, con il passare dei giorni, la consuetudine torna ad imporsi. A Tamarindo, due settimane dopo il sisma, ci si prepara ad ospitare l’annuale maratona internazionale. Più a sud, ad Ostional, le tartarughe sono arrivate come sempre a migliaia a deporre le uova. Uomini e natura insieme a testimonianza di come, con la comprensione dei fenomeni naturali e con la prevenzione, le disgrazie si possono evitare.

Articolo originale pubblicato sull’edizione digitale di venerdì 14 settembre 2012, de L’Indro: http://www.lindro.it/


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