Il terremoto in Nepal ha causato la morte di almeno 5mila persone – secondo le stime più recenti del governo nepalese – e ha interessato almeno 8 milioni di persone stando alle stime diffuse dalle Nazioni Unite: di queste, almeno 1,4 milioni hanno bisogno di aiuti per quanto riguarda cibo, acqua e medicinali. Mentre si cerca di dare aiuto e soccorso alle centinaia di migliaia di nepalesi rimasti senza casa, le autorità locali continuano ad aggiornare le loro stime su morti e feriti a causa del terremoto di magnitudo 7.8 di sabato 25 aprile: secondo i calcoli più recenti le persone rimaste ferite nei crolli degli edifici sono più di 8mila. Da sabato si sono verificate numerose altre scosse di terremoto, di magnitudo inferiore a 7.8, ma comunque forti a sufficienza da essere avvertite dalla popolazione e causare nuovi danni soprattutto alle strutture rimaste pericolanti dopo la prima scossa.
L’estensione e l’entità dei danni inizia a essere chiara per l’area della capitale Katmandu, dove si sono concentrate le prime operazioni di soccorso e dove è meno complicato muoversi e comunicare, mentre ci sono notizie ancora parziali dalle città più piccole e dalle aree rurali dove ci sono strade e comunicazioni interrotte da diversi giorni. Le prime stime parlano di grandi danni soprattutto per gli allevatori, che in molti casi hanno perso il bestiame nei crolli delle stalle, realizzate in modo precario e con materiali economici. Ci sono state inoltre centinaia di frane nelle aree collinari e montuose, cosa che sta complicando ulteriormente l’arrivo dei soccorsi.
Per affrontare l’emergenza del terremoto in Nepal sono stati allestiti diversi campi di soccorso, nei quali accogliere le migliaia di persone rimaste senza una casa, o che non si fidano a tornare nelle loro abitazioni perché danneggiate dalle scosse. Cina, India, Stati Uniti e molti paesi europei hanno inviato squadre di soccorso e aiuti, ma al momento ci sono problemi nel coordinamento e nella suddivisione delle risorse quando arrivano in Nepal. Ieri quattro aeroplani dell’Aeronautica indiana sono dovuti tornare indietro perché l’aeroporto di Katmandu non aveva gli spazi per accoglierli.
Sul monte Everest, dove una serie di valanghe causate dal terremoto ha ucciso 18 persone in uno dei campi base, è stato allestito un piano di recupero via elicottero delle circa 200 persone rimaste bloccate sulla montagna. Le operazioni hanno permesso di recuperare più di 60 persone ieri e sono ancora in corso le altre attività per mettere al sicuro il resto degli alpinisti. Lunedì sera il ministero degli Esteri dell’Italia ha annunciato che 4 italiani sono morti a causa del terremoto in Nepal nella zona di Langtang. Ha inoltre spiegato che “risultano irreperibili 40 cittadini italiani”, mentre fino a ora sono stati rintracciati circa 300 italiani che si trovavano nelle aree più interessate dal terremoto.
Fonte: Il Post