Proprio nel momento in cui mi stavo vestendo....sento un boato. E poi il terreno si muove, sempre più forte.
Chiama la mamma che è ancora di sopra a rilassarsi sul letto, mentre il cane si è alzato e ti guarda con occhi grandi come fari d'allarme. E ci ritroviamo in tre nel cortile proprio quando tutto è finito. Ma l'ansia non finisce, non finirà mai se la paura continua a nutrirsi di te.
Ecco che ore erano: le 9 del mattino. Le 9 come il 5.9, il maledetto magnitudo.
Il papà che ritorna a casa, in bici, per vedere se la casa regge ancora e se ci siamo ancora. Ma sì dai! Ci siamo ancora. E possiamo ancora sorridere. Il tetto c'è, le gambe reggono e i nostri cuori battono ancora... di paura.
Come faranno i giapponesi a convivere con quest'angoscia? La terribile paura che prima o poi i loro sogni costruiti con tanta fatica non li porta alla disperazione? Inutile disperarsi, già. Proprio quando penso carpe diem, penso proprio al fatto di pensare all'attimo in cui si vive, e viverlo con la tranquillità, come se nulla fosse successo.
Ci siamo ancora, e facciamo in modo di esserci ancora un altro pò. Sperando che il tutto ritorni normale, stabile.
Se penso per di più che l'anno scorso volevano costruire una centrale nucleare vicino casa... con dei terremoti simili..... penso: meno male abbiamo lottato. Per vivere.
Momo