Nel Mali la modalità è stata praticamente più simile a quella del Kenia. Chiedevano ai poveri malcapitati di recitare almeno una sura del Corano, se non la sapevano, la morte era assicurata. Immaginiamo la paura, il timore di queste persone. Io credo che tutti noi dovremmo attuare le parole del Vangelo: Gesù esortava a prepararsi ogni giorno per il Cielo, perché nessuno di noi sa l'ora e il momento. Dobbiamo quindi essere preparati, fare del bene ogni giorno. Anche se noi non ci accorgiamo, i nostri pensieri predominanti sono guidati quasi tutti dalla consapevolezza che c'è ancora tempo per cambiare... ma immaginiamoci, visto che il pericolo è reale e possibile in ogni momento, di avere uno di questi terroristi che ci puntano un fucile alla tempia e ci domandano se siamo cristiani. Bhe... tanto per il fatto di essere occidentali, siamo già spacciati, per cui sarebbe perfettamente inutile parlare male della nostra Patria come hanno preteso da alcuni ostaggi americani e cinesi, e anche recitare una sura del Corano, visto che non siamo Musulmani. La morte, quindi, è assicurata. Cosa fai in quell'attimo, in cui sai che il tuo futuro, in un istante è diventata la vita eterna?
A freddo, ascoltando i fatti del Kenia e del Mali, avrei risposto così: conosco qualche sura del Corano, ma francamente, sono orgogliosa di essere cristiana e di professare la mia fede cattolica e, sebbene tremando, forse sforzandomi o avendo dei rimpianti del bene che non ho fatto durante la mia vita terrena, non reciterei nessuna sura ma il Padre nostro. Mi piace l'esempio di Quattrocchi, quel genovese che tempo fa, morì in modo coraggioso, guardando in faccia la morte e colui che gliela stava sbattendo in faccia. Vorrei prepararmi a questo modello, ad essere pronta alla morte, come anche il nostro Inno Nazionale dice e questa preparazione deve avvenire giorno per giorno.