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Terrorismo, dieci islamici residenti in Italia sospettati di essere legati alla Jihad. “Il reclutamento avviene nelle carceri”

Creato il 14 gennaio 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Una decina di islamici residenti in Italia e sospettati di avere legami con la Jihad è finita nel mirino della procura di Roma che ha aperto una inchiesta per associazione sovversiva con finalità di terrorismo. All’attenzione del procuratore Giuseppe Pignatone e dell’aggiunto Giancarlo Capaldo ci sono gli ambienti ritenuti più sensibili alla propaganda del fanatismo islamico. Si indaga, in particolare, sul contenuto di alcune conversazioni via web e sugli accessi ai siti internet ritenuti più sospetti. Dalla Francia, dopo la strage degli scorsi giorni alla redazione di Charlie Hebdo, Valls condanna il terrorismo religioso, non la religione. Anche la Gran Bretagna mira ad una compattezza totale dell’Unione Europea per contrastare il terrorismo.

(vosizneias.com)

(vosizneias.com)

Orlando, riunione per una struttura di coordinamento. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha convocato ieri una riunione a Roma con i principali procuratori italiani per valutare “la struttura migliore per realizzare il coordinamento, che è sicuramente l’obiettivo da raggiungere”. “Potenzialmente le carceri possono essere incubatori” di un certo estremismo islamico, quindi occorre “grande cautela” ha detto Orlando, parlando a Napoli a margine di un incontro organizzato all’interno del penitenziario di Poggioreale. ”Con i ministri della Giustizia dell’Unione Europea – ricorda – abbiamo discusso durante il semestre europeo dell’esecuzione della pena per fronteggiare questo tipo di fenomeno, perché isolare queste cellule è fondamentale, per evitare ciò che è avvenuto in passato con altre forme di terrorismo”. Per il Guardasigilli occorre quindi “evitare che l’esecuzione penale diventi addirittura un momento che rafforzi l’organismo che si vuole contrastare” e quindi, “anche nell’emanazione della normativa antiterrosimo, bisognera’ tenere conto di questo aspetto”.

Valls, la Francia è “in guerra con il terrorismo”. “Siamo in guerra con il terrorismo” ha detto il premier francese Manuel Valls nell’intervento all’Assemblea Nazionale. ”La Francia è in guerra contro gli jihadisti, contro il radicalismo, ma non contro una religione”, ha detto Valss, aggiungendo che “la Francia proteggerà i fedeli (di qualsiasi credo) così come chi non ha alcuna fede. La Repubblica darà la risposta più dura possibile contro il terrorismo. In una una situazione eccezionale debbono essere date risposte eccezionali. Risponderemo a i gruppi che ci minacciano”.

Miliband “meno forti contro terrorismo se lasciamo Ue”. Lasciare l’Unione europea renderebbe il Regno Unito “più debole” nella lotta al terrorismo, ha affermato il leader del Labour, Ed Miliband, parlando a un evento pubblico a Stevenage, non lontano dalla capitale. Il capo dell’opposizione, di ritorno da Parigi dove ha presenziato alla marcia di risposta agli attacchi nella capitale francese, ha aggiunto che “siamo molto meglio nella lotta al terrorismo quando lavoriamo con altri Paesi”. Le dichiarazioni di Miliband hanno subito attirato le ire dell’Ukip, la formazione euroscettica guidata da Nigel Farage, e di molti politici conservatori che auspicano, insieme al premier David Cameron, una rinegoziazione dei rapporti con Bruxelles.

Tra i 3mila e i 5mila europei sono partiti per la jihad. E’ la stima fatta da Londra dal direttore dell’Europol, Rob Wainwright, secondo il quale sarebbero tra 3mila e 5mila i cosiddetti “foreign fighter” – cittadini con passaporti europei che ingrossano le file delle milizie dello Stato islamico (Is) – partiti per addestrarsi alla jihad. Lo riporta Le Figaro. Si tratta di cittadini europei che potrebbero rappresentare una minaccia per i Paesi occidentali in cui ritornano, addestrati e indottrinati, dopo aver combattuto in Siria e in Iraq. (AGI)


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