Venerdì: Il Re Nano, irato perché il volgo vesuviano si ribella ai suoi voleri e fa calare lo share di Lecca la Notizia, annuncia coram populo che risolverà il problema dei rifiuti in 10 giorni. «Gli farò un offerta che non potranno rifiutare» afferma con le guance piene di ovatta come Marlon Brando. In seguito si scoprirà che l’ovatta era solo il residuo di una plastica facciale andata male. Sudditi, lecconi e bardassi si danno immediatamente da fare per eseguire la volontà del nanarca.
Sabato: Bertolazzo viene inviato a Napoli tra rulli di tamburo e vibrati di scacciapensieri, provocando immediatamente le ire del comitato scippatori di quartiere: «Se arriva questo non si lavora più. È concorrenza sleale». Giubilo fra le massaggiatrici, i lenoni e i cognati, tutte categorie fortemente favorite dal protettore civile. A Terzigno tensione fra folla e polizia.
Domenica: Anemone e Balducci accorrono in Campania chiedendosi dove sia il disastro. Appreso che ancora non c’è stato un terremoto, invocano la distruzione di Terzigno col napalm e la ricostruzione di una New Town dove convocare un G8. Giubilo fra i palazzinari, i venditori di napalm e le mignotte, tutte categorie favorite dalla Cricca. A Terzigno scontri duri e sassaiole.
Lunedì: Bossi e Maroni giungono in Campania con dei caschi da esploratore ed equipaggiamento da safari pesante. Dopo essersi fatti imboccare con pizza margherita e pesce fresco aiutano i manifestanti a dare alle fiamme la bandiera tricolore che però brucia male perché l’hanno usata a turno per pulircisi il culo. Giubilo fra posteggiatori, mandolinisti e le solite mignotte, tutte categorie munificamente retribuite dai padrini del federalismo. A Terzigno bombe molotov e musica di caccavelle.
Martedì: Il Cardinal Sepe, dopo aver incassato i proventi di alcune operazioni off-shore, ordina lo scioglimento del sangue di San Gennaro e una decina di processioni a zig-zag fra i rifiuti. Visto che la situazione non migliora decide di incolpare i comunisti che notoriamente attirano flagelli sulle popolazioni inermi. Giubilo fra maghi, guaritori e comunisti, tutte categorie favorite dalle derive misticheggianti. A Terzigno lanci di krapfen ripieni e pizze flambée.
Mercoledì: Bondi e Capezzone, mantenuti come truppe di riserva, vengono spostati sulla Campania nel tentativo di tamponare il problema. Immediate proteste delle popolazioni: «’Sti sacchi di monnezza li devono mandare proprio qui dove siamo già pieni?» Si decide di darli alle fiamme in piazza Plebiscito, ma li salva Bertolazzo dichiarandoli troppo tossici per il falò. Moderato ottimismo da parte di tutti i leccaculo, categoria che spera si aprano nuove opportunità di lavoro. A Terzigno carri armati ai crocicchi e coprifuoco diurno.
Giovedì: il Cainano decide di scendere in campo personalmente e arriva a Napoli distribuendo pacchi di pasta e scarpe destre agli astanti. Giubilo della folla che lo scambia per un redivivo Achille Lauro. Immediatamente 176 giornali e 211 televisioni (tutte appartenenti a figli e fratelli del Re Nano) annunciano in coro l’epifania del pulito ottenuta in soli sette giorni. Emilio Fede piange di gioia. Feltri azzanna un pitbull. Minzolini programma un servizio sugli ermafroditi zoppi. I rifiuti sono scomparsi magicamente e Mastro Lindo è il nuovo commissario per l’emergenza. Berlusca torna a casa camminando su torri di rifiuti che nessuno vede, ma che lo fanno sembrare più alto e già pensa a un lodo apposito per imporli anche a Roma. A Terzigno sono tutti momentaneamente distratti perché si sta facendo il casting di Amici. Domani è un altro giorno…