Ai tempi del Berlusconi Re degli Elettori era impossibile trovare un tizio qualsiasi che ammettesse pubblicamente di aver votato per il Cavaliere. A domanda diretta, l’interessato negava energicamente nonostante Dio Silvio trionfasse con maggioranze bulgare.
Ebbene, i ricorsi storici ci consegnano lo stesso mistero.
Oggi, a sentir discutere di politica al bar o in ufficio, è impossibile identificare una persona che ammetta: «ho votato per Renzi».
MI chiedo: è una vergogna dare il proprio consenso a chi (stra)vince?
Ovviamente no.
Ognuno vota chi desidera e nessuno può discutere le scelte personali. Quale arbitro imparziale potrebbe decidere se un voto è giusto o sbagliato, chi sono i buoni e chi i cattivi, quali i colori degli onesti e quali dei delinquenti, chi usa la Politica per scopi personali e chi come uno strumento a favore della collettività?
Solo il tempo ci fornirà le giuste risposte.
Nel mentre, però, ho ideato un test per smascherare l’elettore-bugiardo.
Ho iniziato la sperimentazione in ufficio …
«Ti sei venduto per 80€, fascista, comunistaaa» urlo al collega che incrocio mentre porto la mano destra in avanti per completare il classico gesto di accusa.
Mi guarda stupito, ingessato nel suo abito formale resta basito senza comprendere se scherzo oppure sono serio. Poi farfuglia un mezzo insulto tra i denti e sgattaiola via nella penombra della sala meeting (vuota).
E’ evidente, è reo confesso.
Utilizzo il fattore-sorpresa: chiunque, se colpito all’improvviso con le difese abbassate, reagisce d’istinto senza meditare.
Succede ad esempio quando inciampiamo: il cervello non ha il tempo per riflettere e manda un comando involontario e con le mani d’avanti al corpo ci difendiamo, l’istinto di sopravvivenza precede il raziocino.
E’ lo stesso criterio utilizzato per il mio test: colpisco la cavia nell’ambiente nel quale si sente sicuro con una domanda a bruciapelo al di fuori da ogni schema logico. Colto di sorpresa, il malcapitato potrà solo difendersi d’istinto abbandonando il controllo e spifferando la verità nascosta.
«Ti sei venduto per 80€, fascista, comunistaaa» incalzo un altro collega alla macchinetta del caffè.
Subito compare un grosso punto interrogativo sulla testa dello sventurato. Innervosito bofonchia incerto: «che cavolo dici?».
Mentre se la svigna, una goccia di sudore gli scivola lungo il viso teso.
Colpito ed affondato.
«Ti sei venduto per 80€, fascista, comunistaaa!» stavolta mi rivolgo a te, cara Lettrice e Lettore.
Cosa rispondi?
MMo