Per i Pumas, invece, più di qualche aspetto da mettere a posto in vista della prossima partita, a Genova contro l’Italia, soprattutto dal punto di vista della tenuta psicologica nei momenti di difficoltà.
Dopo le celebrazioni per il Remembrance Day e gli inni nazionali, l’inizio di gara si trasforma subito in un incubo per i padroni di casa. I Pumas vanno in meta subito, grazie all’ottimo lavoro dell’ala Manuel Montero che, con la Scozia in possesso, legge benissimo la giocata di Jonny Gray su Laidlaw; tackle perfetto sul mediano scozzese, costretto a perdere l’ovale su cui si avventa l’openside flanker Ortega Desio che si quasi ottanta metri palla in mano prima di andare a schiacciare nell’angolo sinistro d’attacco. Sanchez trasforma e i Pumas volano sullo 0-7.
Nell’azione successiva, però, la Scozia pareggia subito. Gray ‘senior’, Richie, ripara l’errore del ‘wee brother’ Jonny andando in tuffo oltre la meta a finalizzare un bel riciclo di Laidlaw e l’ultimo passaggio di Sean Maitland. Il capitano dei Blues trova i pali da posizione difficile e si ricomincia da zero, con le due squadre sul 7-7.
L’Argentina torna a condurre poco dopo – con un piazzato di Sanchez – ma la partita non è ancora decollata, perché la Scozia – che manca il calcio del pareggio con Laidlaw – non riesce ancora a dare velocità alle sue giocate e i Pumas, di conseguenza, si difendono senza affanno.
La prima scossa arriva nel secondo quarto di gara, quando Juan Imhoff si trova costretto a placcare Seymour senza palla, con l’ala scozzese che lo aveva scavalcato con un perfido pallonetto. Clancy non ha dubbi, mostrando immediatamente il giallo all’ala dei Pumas, e nell’azione successiva è Jonny Gray a trovare il varco giusto per la seconda meta dei Blues, che Laidlaw trasforma per il 14-10.
L’Argentina subisce il contraccolpo psicologico e, alla ripresa del gioco, la Scozia va ancora in meta, stavolta con Sean Maitland imbeccato benissimo al largo da Laidlaw, bravissimo a battere veloce una punizione conquistata all’altezza dei 10m avversari e ad avanzare fino ai 22m. Lo stesso mediano di mischia si incarica di aggiungere i due punti della trasformazione e, adesso, la Scozia è in controllo della gara.
I Pumas hanno concesso quattordici punti agli avversari nei primi cinque minuti in inferiorità numerica, un crollo psicologico che, a questi livelli, non ci si può permettere di avere; i Blues, dal canto loro, sono riusciti finalmente a trovare gli spazi che cercavano e sfiorano la quarta meta quando Geoff Cross buca ancora la difesa argentina. Per fortuna dei Pumas, Jonny Gray sbaglia il tempo dell’ultimi offload e butta il possesso, ma la Scozia muove ancora il tabellino col piede di Laidlaw, che da quasi metà campo – ma da posizione centrale – trova ancora i pali.
I Pumas mancano il primo calcio di giornata ma, nel complesso, sembrano una squadra stordita, che aspetta la sirena del quarantesimo per andare a schiarirsi le idee negli spogliatoi. La Scozia, invece, continua a giocare; Laidlaw, nell’ultimo minuto, manca il suo secondo calcio e nell’azione successiva la Scozia mette ancora in difficoltà l’Argentina, tanto che l’estremo Tuculet decide, una volta conquistato il possesso, di calciare l’ovale fuori e chiudere il primo tempo.
I Pumas tornano in campo senza capitan Creevy – rimasto negli spogliatoi, ma con gli stessi problemi. La Scozia, invece, ha trovato la ‘chimica’ giusta nel primo tempo e continua a giocare in scioltezza; i Blues vanno in meta al 46′ con Hogg – che poco prima aveva sbagliato un piazzato – ma ancora una volta c’è lo zampino di Laidlaw, bravissimo ad inserirsi nel varco lasciato, colpevolmente, aperto da un’ingenuità dell’apertura argentina Sanchez. Il mediano di mischia, decisamente il migliore in campo, trasforma la marcatura e chiude virtualmente il match.
Daniel Hourcade, head coach dei Pumas, prova a rimescolare le carte, togliendo lo spento Sanchez e inserendo Iglesias apertura, ma la gara, ormai, è scappata di mano. La Scozia ha preso il possesso delle fasi statiche e non molla, continuando a pressare forte anche al breakdown, un punto dove i Pumas hanno avuto troppi problemi stasera. E da una rimessa laterale nasce la punizione che manda Laidlaw a quota 275 punti con la maglia della Scozia.
Poco dopo, Harley si prende un giallo per placcaggio del sostegno del ricevitore in una touche, la prima del match dove la Scozia ha un problema. L’Argentina adesso prova a spingere per salvare il risultato, quando siamo ormai nell’ultimo quarto di gara. Cotter concede spazio a Pyrgos e regala a Laidlaw gli applausi del pubblico del BT Murrayfield – stasera presente in 36764 unità, record per la sfida contro i sudamericani – togliendo poco dopo anche l’apertura, Russell, per dare spazio a Duncan Weir.
I Pumas vanno vicinissimi alla meta grazie ad un’azione insistita sui 5m avversari, che costringe la Scozia, per la prima volta nel corso del match, a ricorrere all’indisciplina per fermare l’avanzata, tanto che Clancy avvisa Pyrgos – capitano dopo l’uscita di Laidlaw – e, nella mischia seguente, assegna una meta tecnica all’Argentina per un’altra irregolarità. El Mago Hernandez, stasera apparso un po’ in ombra come tutta la squadra, trasforma ma nell’azione successiva regala a Seymour l’ovale per la quinta meta scozzese con un passaggio sbagliato facile intercetto dell’ala dei Blues.
Weir è preciso dalla piazzola e porta la Scozia oltre i quaranta punti.
I Blues restano ancora in inferiorità, quando Jim Hamilton, appena entrato, si fa pescare da Clancy in un fallo professionale e l’Argentina ne approfitta, andando in meta con un’invenzione del mediano di mischia Cubelli – che aveva già impressionato con la maglia dei BaaBaas a Twickenham contro i Walabies – bravo a ‘tuffarsi’ sulla testa degli avversari in un breakdown formatosi ad un palmo dalla linea di meta. Il mediano di mischia si ripete a tempo scaduto, quando la Scozia, in possesso, perde l’ovale e regala la quarta marcatura agli avversari. Hernandez trasforma entrambe, mettendo a referto gli ultimi punti di una gara, nel complesso, divertente.
Scozia 41
Argentina 31
Score: 1′ Ortega Desio m Sanchez tr (0-7), 5′ R.Gray m Laidlaw tr (7-7), 11′ Sanchez cp (7-10), 22′ J.Gray m Laidlaw tr (14-10), 25′ Maitland m Laidlaw tr (21-10), 33′ Laidlaw cp (24-10); 46′ Hogg m Laidlaw tr (31-10), 61’n Laidlaw cp (34-10), 69′ Argentina meta tecnica J.M.Hernandez tr (34-17), 71′ Seymour m Weir tr (41-17), 74′ Cubelli m J.M.Hernandez tr (41-24), 80′ Cubelli m J.M.Hernandez tr (41-31).
Scozia: 15 Stuart Hogg 14 Sean Maitland 13 Mark Bennett 12 Alex Dunbar 11 Tommy Seymour 10 Finn Russell 9 Greig Laidlaw (C) 1 Alasdair Dickinson 2 Ross Ford 3 Euan Murray 4 Richie Gray 5 Jonny Gray 6 Rob Harley 7 Blair Cowan 8 Adam Ashe
Panchina: 16 Scott Lawson 17 Gordon Reid 18 Geoff Cross 19 Tim Swinson 20 Alasdair Strokosch 21 Henry Pyrgos 22 Duncan Weir 23 Sean Lamont
Argentina: 15 Joaquín Tuculet 14 Juan Imhoff 13 Marcelo Bosch 12 Juan Martín Hernández 11 Manuel Montero 10 Nicolás Sánchez 9 Martín Landajo 1 Marcos Ayerza 2 Agustín Creevy (C) 3 Ramiro Herrera 4 Tomás Lavanini 5 Juan Cruz Guillemaín 6 Rodrigo Báez 7 Javier Ortega Desio 8 Leonardo Senatore
Panchina: 16 Matías Cortese 17 Lucas Noguera Paz 18 Nahuel Tetaz Chaparro 19 Lucas Ponce 20 Facundo Isa 21 Tomás Cubelli 22 Santiago González Iglesias 23 Horacio Agulla
HT: 24-10
Note: 8°C, pioggia leggera a tratti per tutto il pomeriggio, campo in perfette condizioni. Juan Martin Hernandez festeggia il 50esimo cap coi Pumas entrando in campo da solo. Osservato un minuto di silenzio per il Remembrance Day.
Sin bin: 20′ Juan Imhoff (Argentina), 62′ Rob Harley (Scozia), 73′ Jim Hamilton (Scozia).
Man of the match: Greig Laidlaw (Scozia)
Spettatori: 36764
Arbitro: George Clancy (IRFU)