Test sugli animali: domande e risposte # 2

Da Eloisa @EloisaMassola
Parte III: dubbi e quesiti sulla vivisezione

Spesso chi sostiene strenuamente la vivisezione animale lo fa senza realmente conoscere le modalità degli esperimenti e la loro attendibilità scientifica. Con questa terza tappa, dedicata alle "domande & risposte" attinenti alla vivisezione, Natividad cercherà di fare chiarezza sulle motivazioni che spingono antispecisti e animalisti a dire "NO" ai test sugli animali - anche in campo medico.
Se non esistessero gli esperimenti sugli animali, occorrerebbe sperimentare direttamente sull'uomo.
Questo, di fatto, già accade: essendo i test sugli animali spesso inaffidabili da un punto di vista clinico, nessuno di noi può avere la certezza che un nuovo farmaco da poco immesso sul mercato e precedentemente testato su ratti o conigli non abbia conseguenze negative per gli esseri umani. A tale proposito è opportuno ricordare che in Europa muoiono circa 197.000 persone ogni anno, a causa di farmaci nocivi per l'uomo (sebbene precedentemente testati sugli animali) e che il 90% dei suddetti farmaci non supera le prove cliniche. E' inoltre recente la condanna del laboratorio statunitense Glaxo Smith Kline che, tra il 2008 e il 2009, avrebbe eseguito esperimenti per un vaccino anti-polmonite su neonati argentini, provenienti da famiglie povere e indigenti.
La soluzione migliore sarebbe dunque quella di abolire del tutto la sperimentazione sugli animali, in modo tale da: 1) scoraggiare qualsiasi comportamento antispecista; 2) favorire lo sviluppo di metodi di ricerca alternativi e realmente efficaci (ad esempio: modelli matematici, studi clinici, test su cellule e tessuti coltivati in vitro ecc.).
I metodi alternativi sono complementari, non possono sostituire del tutto la sperimentazione sugli animali.
Falso: i metodi alternativi possono sostituire la vivisezione (com'è già accaduto per i test di gravidanza, la produzione degli anticorpi, alcuni test di tossicità su sostanze chimiche, la produzione di insulina ecc.) e hanno portato a importanti scoperte nello studio e nella cura delle malattie.
Gli animali coinvolti nella sperimentazione stanno diminuendo e, comunque, nei laboratori vengono trattati umanamente.
Falso: ogni anno nei laboratori di vivisezione vengono uccisi 900.000 animali in Italia, 12 milioni in Europa e 115 milioni nel mondo - e si tratta di dati fortemente sottostimati.
Questi animali vengono letteralmente torturati: avvelenati da sostanze nocive, ustionati, accecati, fatti ammalare con qualunque tipo di malattia artificiale (cancro, sclerosi multipla, AIDS, malattie cardiovascolari), privati degli organi, chiusi in gabbie anguste e impossibilitati a muoversi. Sovente vengono operati senza anestetici né analgesici: affinché non possano disturbare gli sperimentatori con le loro urla di dolore, in molti casi sono privati delle corde vocali.
Questi "esperimenti" coinvolgono ratti, conigli, cavie, scimmie, cani e gatti.
Una scimmia costretta in un apparecchio di contenzione e sulla quale sono stati eseguiti esperimenti neurologici. Il laboratorio è quello del dottor Edward Taub, negli USA. Taub è stato processato e condannato per crudeltà sugli animali.
Boys Town Hospital: a questo gatto è stata aperta la scatola cranica e sono stati recisi dei fasci di nervi, per fare esperimenti sulla sordità. La foto è stata scattata da membri di PETA, infiltratisi tra il personale del laboratorio.

Risorse utili:

Il racconto di un vivisettore "pentito"
• 70 gatte salvate dall'orrore della vivisezione 

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