Ma come può il Soprintendente ai Beni Culturali e Archeologici di Parma confondere il volto di terracotta realizzato a stampo con quello della madre di Nerone, Agrippina?Sarebbe la mamma di Nerone, professionista non riusciva a piazzarla
18 ottobre, 09:01
(ANSA) – PIACENZA, 18 OTT – I Cc di Piacenza hanno recuperato ‘una testimonianza archeologica di inestimabile valore trafugata 25-30 anni fa a Pompei’. E’ la testa di una statua funeraria del 50 dopo Cristo. Per la Soprintendenza di Parma ”probabilmente raffigura il volto di Agrippina Minore, madre dell’imperatore Nerone”. ‘Il prezioso manufatto – spiegano i Cc – e’ stato custodito per tanti anni da un professionista che ha tentato di venderlo, ma per il suo valore storico scottava troppo per trovare un mercato’.
Nel caso non fosse ferrato in ritrattistica romana, perché cercare la buccia di banana su cui scivolare?
Forse perché anche tra gli archeologi forte è il fascino della notizia in prima pagina: una cosa è presentare il recupero di una testa di Agrippina, madre di Nerone, e un’altra cosa è dire di aver recuperato una testa votiva anonima databile tra il III e il II sec. a.C.
Mentre così centinaia di teste analoghe sono stipate in magazzini polverosi o in vetrine di musei senza visitatori, la testa di Agrippina, madre di Nerone, è meravigliosamente adagiata su un cuscino rosso.
Poi capita anche che qualche giornalista (di REPUBBLICA Napoli, non de L’Eco di Roccapannocchia), ancora più sprovveduto del Soprintendente, capta la notizia e la pubblica mostrando un vero ritratto di Agrippina, madre di Nerone. Classico errore causato dall’associazione errata tra soggetto fotografico trovato su Google Immagini e oggetto in questione.
E’ un momento veramente difficile per l’archeologia e per gli archeologi. Il passato è davvero oramai solo puro intrattenimento. Si dà notizia solo se c’è Agrippina, madre di Nerone.
Clicca per vedere la presentazione.p.s. Un grazie a Viola per aver ispirato il titolo!