Tetsuo: The Bullet Man

Creato il 22 dicembre 2010 da Robydick
2009, Shinya Tsukamoto.
Film bramato da tempo (sono un superfan di Shinya Tsukamoto e dei suoi Tetsuo, non aspettatevi una rece obiettiva, poi sono ancora in pieno orgasmo post-visione mentre scrivo), devo ringraziare pubblicamente un grande uomo che permette anche a noi italiani la visione di meraviglie che ci sarebbero altrimenti precluse: ENRICO GHEZZI. Questo film, mai apparso né nei cinema né come dvd qui da noi, è stato trasmesso di recente a Fuori Orario, la notturna filmica di rai tre da lui curata.
Sono trascorsi ben 21 anni dal primo, surreale e leggendario "Tetsuo - The Iron Man" e 19 dal sequel "Tetsuo II - Body Hammer". In tutti questi anni è successo di tutto in campo tecnologico, sia riferito alla cinematografia che alla tecnologia di uso corrente delle persone, inevitabile che questo terzo episodio si evolvesse. Dall'analogico in bianco e nero fuori dal tempo di T1 a questo sofisticato e (in parte) digitale T3 è un gran salto, però non ci sono dubbi, è ancora un Tetsuo!! A mio parere Tsukamoto ha fatto centro, e non era facile. Anche questo quindi tra i miei Cult, come i primi 2.
Come trama siamo più vicini al T2. Uomo con moglie, gli viene ucciso il figlio, sorge una rabbia che grida vendetta e anche la moglie la desidera, vendetta come sola ragione di vita. Quello che la donna non sa è che lui, a causa di questo, comincia a trasformarsi in un uomo-arma di metallo la cui ira lo rende quasi privo di autocontrollo oltre che invincibile e indistruttibile (non può nemmeno suicidarsi, è allucinante!). Nel momento iniziale della metamorfosi l'uomo si reca nella casa natia ad indagare su di sé e scoprirà le ragioni del suo particolare DNA... 50 min di film, non ne rivelo oltre, magari qualcosa coi frame sotto.
E', più ancora di T2, un film a lungo misterioso ma con una serie di eventi "logici" anche se fantascientifici tramite i quali tutto troverà una sua spiegazione. Del T1 emerge una certa nostalgia nel colore quasi inesistente, tante sfumature tra il nero e il bianco pur non essendo un puro b/n, oltre ovviamente al concetto di base dell'uomo che diventa macchina. Sempre del T1 la musica e gli effetti audio, ora molto più "raffinati", da industria pesante, assordanti: consiglio visione ad altissimo volume, vi farete rapire, poi ci vorrà un po' di decantazione per tornare sul pianeta, anche se qualche minuto tranquillo di finale agevolerà l'ammaraggio. Per il resto T1 e T3 sono film lontani, non solo nel tempo. Caratteristica dove invece questo T3 è persino più estremo dei predecessori è la totale assenza di altre forma di vita animale o vegetale ad esclusione dei protagonisti. Tutto è interamente artefatto, tecnico/tecnologico, una scenografia radicalmente antropica.
Scene d'azione senza paragone con null'altro mai visto prima, andrebbero definite d'iper-azione o cyber-azione, richiedono riflessi e reattività da mosche. Ho provato a farlo andare a velocità dimezzata e ugualmente la commistione di corpi, acciaio (e pure cemento e plastica quando presente) è tale da rendere indistinguibile Tetsuo dall'ambiente. Ancora una visione di cyberpunk da ortodossia, non si viaggia per allegorie o sensazioni, carne e materia inorganica (artificiale) sono in fisica compenetrazione, non c'è compromesso. C'è più consapevolezza che in T1 dove Testsuo era vittima incredula e in T2 dove invece, in qualche modo, c'era anche piacere a disporre di determinati poteri. In T3 Tetsuo comprende la sua natura, le ragioni che l'hanno generata, rifiuta quella condizione e la combatte, semmai sono altri (un personaggio interpretato dallo stesso Tsukamoto) a volerlo sfruttare con fini non proprio umanitari.
Forse T3 è un Testuo più alla portata di tutti, più divulgabile, senza con questo volerlo sminuire perché, sono il primo a dirlo, ancora ancora T2 è digeribile, ma il T1 è per Malati di Cinema (io sono in cura permanente infatti).
Gli dei benedicano e proteggano Tsukamoto, senza fargli dimenticare che nel suo cinema l'ottica della macchina da presa e la fantasia nell'usarla, unita ad un sonoro sempre consono, rimangono ciò che noi, suoi grandi ammiratori, prediligiamo, proteggendolo da "derive digitali" che in questo T3 non sono ancora da appuntare ma in latenza si percepiscono come insidia, e un po' ci preoccupano. Non proprio un campanello d'allarme, solo un auspicio, poi chissà, è talmente bravo questo regista che anche lavorando solo al computer riuscirà a stupirci.

mi pare di capire che non ci sarà un Testuo IV





ecco, qua si vede un po' di rosso...



affermazione ineccepibile



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :