Teufel, il Diavolo
di Eilan Moon e Antonella Ghidini
Autore: Eilan Moon e Antonella Ghidini
Serie: //
Edito da: Self-published
Prezzo: € 10,20 (ebook € 2,95)
Genere: Paranormal romance, Urban Fantasy
Pagine: 262 p.
Trama: Mi chiamo Irína Volkova ed ero una ragazza felice e con molti sogni da realizzare. Ma una notte sventurata mi ha rubato tutto ciò che avevo e le persone che amavo. Da quel momento a Sovodky era rimasto solo il nulla per me, e la mia anima gridava di scappare e non tornare mai più. E così ho fatto. Ma in quel paesino c’è ancora lui che mi aspetta in silenzio, che attende il mio ritorno. Anche io vorrei riabbracciarlo: Dima è tutto ciò di cui ho bisogno, ma rappresenta anche la vita che ho perduto e che non mi apparterrà mai più. Finché so che mi aspetta, io non posso sperare di dimenticare il dolore: devo liberarmi per sempre di quella vita e a questo scopo devo dirgli addio, non posso escogitare continue scuse per rivederlo. La decisione è ormai presa e non tornerò sui miei passi. La sofferenza è troppo grande, così intensa che in alcune occasioni ho desiderato la morte. Nessuno può capirmi, nemmeno Dima, l’altra metà del mio spirito. Ma il destino non è d’accordo con me, forse qualcuno ha udito il grido soffocato della mia anima e quel qualcuno ha un nome: Teufel. Chi è Teufel? Un protagonista unico e indimenticabile, per una sconvolgente storia che rimetterà in discussione tutto ciò che avete sempre pensato sul sacrificio e sulla forza del branco. E voi cosa scegliereste tra la sicurezza di coloro che amate e la salvezza di un innocente che ha bisogno del vostro aiuto? Teufel ha scelto!
Premetto che mi piacciono gli animali e adoro i cani, ma quella che dapprima mi era sembrata una storia dai risvolti originali, si è rivelata al di sotto delle mie aspettative.
Quel potente cane non era una minaccia per lei. Egli era lì per leccare le sue lacrime e curare le sue ferite, anche quelle che non erano visibili agli occhi degli umani. Un cane più unico che raro.
E dopo i vampiri, quella dei cani vampiri mi mancava proprio. Non ho niente contro le storie di vampiri, ci mancherebbe; la Meyer ha fatto la sua fortuna narrando le loro avventure e i loro amori, ma un cane vampiro… non so. Ma non mi sono lasciata scoraggiare, ho letto, ho cercato di capire, di immedesimarmi, di entrare dentro la storia, ma non ci sono riuscita.
Il libro è scritto bene, pochissimi refusi e buon uso dei tempi verbali – cosa che non si può dire di molti libri curati ed editati – ma la storia è rimasta su carta, non ha preso vita nella mia mente.
All’inizio ho trovato difficile entrare nei meccanismi mentali di un cane. Le autrici attribuiscono al cane Teufel un’interiorità simile a quella umana, se non superiore per alcuni aspetti, l’empatia su tutti. Mi è sembrata una scelta forzata che non mi ha convinta.
Ritornando ai giorni nostri, facciamo la conoscenza di Irina Andreevna Volkova, una giovane donna rimasta orfana che ritorna a Sovodky, sua città natale, per vendere la casa di famiglia e Dmitrij Ivanovic Todorov, detto Dima, suo amico d’infanzia, innamorato da sempre della giovane.
Le vite di Teufel e di Irina si incrociano una notte gelida, quando Teufel la salva dall’attacco di un orso, ma la ragazza è ferita gravemente e prossima alla morte; il cane, mosso a pietà, decide così di salvare la giovane mordendola e trasformando anche lei in un vampiro.
Tutto avviene perché Irina esce in piena notte per cercare la sua gatta, ma dopo non se ne fa più menzione, o meglio, la fresca vampira non mostra il minimo interesse per la sorte di colei che definiva “tutta la sua famiglia”. Capisco che nella nuova condizione le sue priorità siano cambiate, ma un pensierino sulla fine che deve aver fatto la povera bestiola mi sembrava doveroso! Ma andiamo avanti.
Veniamo alle note dolenti. Le descrizioni della trasformazione di Teufel prima e di Irina poi, mi hanno ricordato quelli della transizione della più famosa neovampira degli ultimi anni, Bella Swan: evidentemente l’impronta della Meyer è troppo forte, tanto da divenire paradigma per i racconti futuri. E ritorna quando Teufel e Irina si “connettono” telepaticamente per la prima volta: sembrava di assistere all’imprinting di Jacob. Eh sì, perché Teufel riesce a comunicare con Irina telepaticamente.
Attraverso la telepatia il branco dei cani comunica tra loro e con l’umana vampira. Confesso che assistere a scambi di pensieri tra Teufel e Irina come se fossero due umani a parlare mi ha lasciata perplessa. Or, vabbè che ci sono cani dall’intelligenza sopraffina, ma sono pur sempre cani, non credo che pensino come farebbe un umano. Diciamo che la verosimiglianza qui è andata a farsi un giro nei boschi, e probabilmente è questo l’inghippo che non mi ha fatto amare il libro e che a tratti l’ha reso esasperante. So benissimo che l’elemento paranormal è pregnante in tutta la storia, ma se divenire vampiri fa riaffiorare l’istintualità, com’è che Teufel, invece, sembra ancora più controllato?
Comunque, considerazioni a parte, i dialoghi tra cani e umana sono meglio articolati rispetto alle continue discussioni tra Irina ed il suo migliore amico Dima. Lo stile, in alcuni punti, è parecchio acerbo, così come il personaggio umano maschile, Dima, e la storia d’amore tra i due, sulla quale non mi soffermo perché mancante in troppi punti.
Purtroppo il libro era privo dello stesso ritmo di R.I.P., il precedente lavoro di Eilan, che ho adorato e che ho avuto modo di leggere e recensire diversi mesi fa (per leggere la recensione, clicca qui), e in molti passaggi la continua precisazione della connessione mentale ed emotiva tra il cane e la vampira risultava ridondante. Sono connessi, Teufel sa sempre cosa pensa e sente Irina e il branco, abbiamo capito!
La battaglia finale rialza le sorti di questo libro, donando al lettore quel pathos e quel ritmo che erano mancati fino a quel momento, ma siamo alle battute finali e, per quanto scritto senza errori, un buon libro ha bisogno di qualcosa di più per essere tale. La grammatica è alla base, ma la storia e il suo messaggio lo sono altrettanto.
Mi guarderei bene dal denigrare il lavoro di qualcuno perché dietro la scrittura c’è molta fatica, ed io questa fatica, questo impegno, lo rispetto. In questo caso, avendo letto altro della cara Eilan, direi che l’esperimento a quattro mani con la Ghidini non è riuscito e mi duole davvero tanto.