> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="332" width="233" alt="Tex Speciale #25 Verso L’Oregon: quando l’eroe incontra la suocera >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-33939" />Alla sua terza prova alle prese con Tex Willer, Gianfranco Manfredi, autore dello splendido Magico Vento, si conferma come uno dei pochi sceneggiatori a saper offrire una versione personale dell’intramontabile eroe, pur rispettando in maniera ossequiosa le numerose restrizioni stilistiche che la storia pluridecennale del personaggio impone.
Volendo analizzare questo texone da un punto di vista meramente tecnico, abbiamo un soggetto che nonostante la sua bontà, risulta abbastanza inflazionato: una sorta di on the road alla ricerca di un assassino fuggiasco. Lontano anni luce dai personaggi descritti con lo stampino da Claudio Nizzi, Gianfranco Manfredi dipinge la figura dell’assassino in maniera curiosa, delineando probabilmente una delle figure più atipiche del recente universo texiano. Kevin Fletcher è in fin dei conti un ometto insignificante, impaurito della sua stessa ombra: uccide 17 persone perché soffre di manie di persecuzione, e perché è letteralmente innamorato del suo cavallo, un bellissimo ed imponente stallone dal manto bianco. Cosa mai potrà temere Tex il Grande da un personaggio simile, quasi una caricatura dell’antagonista-tipo del ranger? Ed infatti la figura di Fletcher serve poco più che da innesco, da motore ausiliario, pur non risultando mai pretestuoso, per una vicenda forse meno epica ma sicuramente più vera, e che costituisce il vero plot di questo 25esimo texone.
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Sulla pista Tex e Carson (un Carson più in forma che mai) incontrano una carovana di sole donne, con destinazione l’Oregon, alla ricerca di marito. E’ il reverendo Charles Fletcher (zio di Kevin) ad averle contattate e promesso una vita nuova. L’uso della Storia da parte di Manfredi è sempre stato uno dei fiori all’occhiello della sua scrittura. Con una naturalezza fuori dal comune, integra la narrazione con le vicende della Guerra Civile: troppi uomini sono morti, lasciando le donne senza la possibilità di sposarsi e di realizzare il sogno di una famiglia (sogno all’epoca non di poco conto).> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="200" width="250" alt="Tex Speciale #25 Verso L’Oregon: quando l’eroe incontra la suocera >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-33935" />
Fra siparietti quasi comici e battibecchi continui (specialmente fra Tex ed Emma, la figura femminile di maggior spessore), il viaggio inizia, prosegue e finisce. In mezzo una digressione (forse non molto riuscita) in cui la figura della donna è ancora una volta centrale: il violento, violentissimo capo indiano Bisonte Bianco, della tribù dei Cayuse, rivendica quelle donne, e starà ovviamente a Tex difenderle.
Manfredi si conferma il miglior sceneggiatore della casa editrice milanese, e questo nonostante si abbia l’impressione durante la lettura che molti degli elementi in gioco siano accessori e di contorno, tanto da rendere difficile individuare il fulcro centrale della narrazione. Costruisce i personaggi utilizzando spesso e volentieri delle estremizzazioni (la pazzia di Bisonte Bianco, la paranoia di Kevin), rendendoli tridimensionali come poche volte abbiamo visto su un Bonelli. La caratterizzazione da action-figure, da anonima comparsa dedita esclusivamente alla pura azione per ritmare la narrazione, è completamente assente in Manfredi, e anche personaggi che compaiono in una manciata di vignette hanno un loro perché, finanche una loro personale storia.
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Svetta su tutti Tex, l’eroe nervoso e apprensivo, quasi combattuto nel voler seguire e proteggere le donne su richiesta del vecchio cammello Kit Carson. > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="207" width="227" alt="Tex Speciale #25 Verso L’Oregon: quando l’eroe incontra la suocera >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-33941" />Quello che a tutti gli effetti è il “duello” principe della narrazione, i continui battibecchi fra Tex Willer e la “suocera” Emma, mostra due metodologie comportamentali di difficile unione: l’eroe tutto d’un pezzo, messo in difficoltà nella sua proverbiale sicurezza e risolutezza da una donna sulla quarantina, splendidamente ottusa, volutamente banale ma mai stupida. Da parte sua, Kit Carson giganteggia grazie al suo atteggiamento serafico (“Permettete che mi presenti: Kit Carson”), quasi balia amorevole sia per le turbe psichiche del pard sia per l’innata insicurezza delle donne della carovana.
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="237" width="210" alt="Tex Speciale #25 Verso L’Oregon: quando l’eroe incontra la suocera >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-33930" />Il 25esimo texone verrà ricordato anche per il nome del disegnatore: Carlos Gomez, l’artista principe di Dago, il famoso personaggio di Robin Wood e Alberto Salinas. Tolte alcune imperfezioni di inchiostratura (come l’uso delle famose ditate in negativo, non sempre perfetto), l’apporto di Gomez è più che buono, anche se dal disegnatore di Dago forse era lecito aspettarsi qualcosa in più: alcune proporzioni sono discutibili (come nelle figure maschili, davvero poco imponenti a causa delle dimensioni del busto a tratti pericolosamente ridotte), e sono presenti alcune facilonerie (in svariate vignette le mani vengono disegnate senza molta precisione).
Il talento di Gomez emerge chiaramente nei campi lunghi e in alcuni primi piani, fra i quali sono esemplari quelli di Carson, il personaggio reso più efficacemente. Con l’eccezione di alcuni passaggi, dove il disegnatore argentino adotta un tratto più sporco, con risultati meno soddisfacenti, il suo tratteggio finissimo esalta l’espressività dei volti e offre una resa altamente scenografica di alcuni paesaggi e ambientazioni.
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Con “Verso l’Oregon”, la collana degli speciali di Tex sembra non arrestarsi più, qualitativamente parlando: è dal magnifico gigante di D’Antonio e Filippucci (“Seminoles”, Luglio 2008) che ogni anno leggiamo grandi storie, degne sia del prestigioso formato che del disegnatore coinvolto. > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="233" width="234" alt="Tex Speciale #25 Verso L’Oregon: quando l’eroe incontra la suocera >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-33936" />Dopo gli anni bui dell’ultimo periodo Nizzi, autori come Mauro Boselli e Gianfranco Manfredi stanno battezzando quella che a tutti gli effetti è una vera e propria rinascita del ranger bonelliano.
Abbiamo parlato di:
Tex Speciale n. 25 – Verso L’Oregon
Gianfranco Manfredi, Carlos Gomez
Sergio Bonelli Editore, Giugno 2011
240 pagine, brossurato, bianco e nero – 5,80€
Riferimenti:
Sergio Bonelli Editore: www.sergiobonellieditore.it
Carlos Gomez su wikipedia: it.wikipedia.org/wiki/Carlos_Gomez