Il giudice federale Fred Biery ha infatti proibito all’intero distretto scolastico di usare qualsiasi invocazione, comprese le parole “amen” e “benedizione“. La sentenza, giunta in seguito alla causa intentata da Christa e Danny Schultz spiega che nel caso in cui la tradizionale invocazione a Dio venisse utilizzata durante la cerimonia, la famiglia in questione «andrebbe a soffrire un danno irreparabile», stabilendo pertanto ripercussioni legali e persino l’arresto a chi non rispettasse la decisione. Metodi da ateismo di Stato, dunque. Ovviamente dietro la famiglia c’è l’appoggio delle lobby atee.
Ma l’America non è l’URSS o la Cina, o la Corea del Nord, per fortuna, così il 5° Circuito della Corte d’Appello ha completamente ribaltato la sentenza, permettendo dunque lo svolgimento tradizionale della cerimonia, apprezzata dalla totalità dei partecipanti. Lo stesso governtaore del Texas, Rick Perry e il procuratore generale dello stato, Greg Abbott, si sono subito felicitati di questa posizione della Corte d’Appello e in un comunicato ufficiale hanno dichiarato: «Non dovrebbe essere illegale per gli studenti dire una preghiera durante una cerimonia di laurea. Ora, anche la Corte d’appello federale è d’accordo. Il Texas continuerà a sostenere tutti coloro che desiderano pregare nel nostro stato». Il presidente del Liberty Institute, Kelly Shackelford, ha dichiarato che la nuova sentenza «è una vittoria completa per la libertà religiosa».