Texas sporco e corrotto!

Creato il 09 luglio 2013 da Omar
Nella sconfinata pletora di patologhe lesbiche afflitte da menopausa, commissari parigini dall'umorismo distorto e poliziotti tetraplegici in grado di investigare senza muoversi dal proprio letto che affollano i romanzi gialli dell'ultimo ventennio, è sempre un grande sollazzo ritrovare nelle pagine del grande James Crumley (venuto a mancare improvvisamente quattro anni fa) il canonico, disincantato detective dal bicchiere facile e la pistola sempre armata di stampo chandleriano. Ne la terra della menzogna la storia è ambientata in un Texas violento, buzzurro e molto alcolico. Una vicenda dove niente è come appare, e nessuno è chi pretende di essere: i personaggi, come sempre nelle opere di questo straordinario autore, si dividono infatti in cattivi e... cattivi. Il detective a riposo Milo Milodragovitch è andato ad abitare in Texas per amore finendo per comprarvi laggiù un bar, ma per vincere la noia ha ripreso anche la licenza di investigatore privato. Mentre la sua relazione con Betty langue, Milo accetta di occuparsi di casi di ordinaria amministrazione, entrando in collisione con un nero gigantesco (ce n'è sempre uno, nei romanzi di Crumley) che ha appena fatto fuori un noto spacciatore. Considerato un maestro assoluto da scrittori noir del calibro di Michael Connelly e George Pelecanos, ogni libro di James Crumley si porta appresso una languida patina di malinconia vecchio stampo, qualcosa che - oltre al consueto fascino della pura detection - aggiunge alla loro lettura il sapore di un whiskey doppio malto ottimamente invecchiato. Traduzione a cura di Luca Conti (che ve lo dico a fare?).
La terra della menzogna
James Crumley (Ed. Einaudi)

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