TFA: tanti soldi, rispetto nullo
Creato il 26 ottobre 2014 da Athenae Noctua
@AthenaeNoctua
Oggi vi voglio parlare di un argomento poco conosciuto al di fuori del mondo della scuola. In quasi due anni di blogging non mi sono mai ritagliata spazi per discutere di problemi che mi riguardano personalmente, ma il disagio e il nervosismo che sto attraversando da qualche mese riguarda migliaia di altri aspiranti docenti e ha alla base l'ennesimo caso di disinteresse da parte degli organi competenti.
Il Tirocinio Formativo Attivo (TFA) è un corso di abilitazione all'insegnamento molto costoso (la cifra massima è fissata a 3000 euro e nessuna Università si mantiene molto al di sotto di questa soglia) di durata annuale che è stato istituito mentre molti aspiranti di oggi erano già iscritti all'Università, motivo per cui in molti ci siamo trovati di fronte un brusco mutamento del sistema di reclutamento rispetto al momento della scelta del percorso di studi: un tale sbarramento dopo cinque anni di formazione e con la 'minaccia' di non avere, senza abilitazione, alcun futuro nella scuola (secondo le recenti dichiarazioni del premier Renzi) è già di per sé una difficoltà. Aggiungiamo il fatto che i costi sono davvero proibitivi per coloro che non abbiano un sostegno familiare e devono pagarsi da soli gli studi, magari trovandosi costretti, visto l'obbligo di frequenza alle lezioni, a lasciare un eventuale impiego nel frattempo fortunatamente trovato.
Le prove di accesso mirano (o almeno in teoria questo dovrebbero fare) a verificare i candidati con le migliori competenze, ma questa selezione, che tiene conto del voto di laurea e della carriera complessiva solo in caso di parità fra i punteggi delle prove selettive fra più candidati al termine della procedura, sembra un'ammissione dell'inefficienza della formazione universitaria: dopo la Laurea ancora ci viene chiesto di sottoporci a prove che testano la nostra preparazione. Sia pure così. Peccato che molti dei colleghi che hanno frequentato il TFA nel ciclo precedente abbiano dichiarato di aver ripetuto per l'ennesima volta diversi corsi ed esami che avevano per oggetto contenuti identici a quelli già affrontati per il conseguimento della Laurea: vien da chiedersi, allora, a cosa servissero quei 3000 euro e tutte quelle ore di frequenza obbligatoria e se il ciclo 2014/2015 ripresenterà questa anomalia. Nonostante tutto, in molti ci siamo armati di determinazione e pazienza, nella speranza di giungere al traguardo dell'insegnamento.Fin dall'emanazione del bando che istituiva il secondo ciclo TFA (uscito il 16 maggio) le informazioni sono state carenti, ritardatarie e spesso sono state sollecitate da candidati disorientati che non hanno avuto alcun riscontro. Le uniche notizie puntuali ed esaustive hanno riguardato l'ammontare dei costi di iscrizione e le procedure per il versamento degli stessi. Sebbene, poi, sia stato chiarito fin dall'inizio che i candidati avrebbero dovuto affrontare un contributo di partecipazione al test preselettivo, non è stato altrettanto chiaro che, in caso di ammissione alla seconda prova, quella scritta, avremmo dovuto sostenere una nuova quota di iscrizione.
Al momento non sappiamo se un ulteriore versamento sarà richiesto in caso di ammissione alla terza e ultima prova, quella orale. Quanto a quest'ultimo esame, è sintomatico dell'interesse nei confronti dei candidati che alcune università non abbiano ancora reso noti gli argomenti su cui verterà e che abbiano stabilito l'inizio dei colloqui già dalla settimana seguente agli scritti: in molti non abbiamo idea di cosa studiare per prepararci adeguatamente.
Va detto, inoltre che, nonostante il bando del MIUR sull'istituzione del II ciclo TFA e sull'avvio delle selezioni sia pubblico da mesi, stiamo sostenendo le prove di ammissione e versando parecchi soldi senza conoscere il dettaglio dell'Offerta Formativa delle singole università, il che equivale ad un acquisto a scatola chiusa di un prodotto di cui non ci è dato di testare la qualità.Non essendo tutto ciò sufficiente, si stanno verificando enormi errori e ingiustizie nell'espletamento delle prove: in Lombardia la procedura è stata bloccata per la presenza di istituzioni universitarie che non risultano abilitate ad erogare questi corsi; l'Università di Cagliari ha annullato una delle prove svolte perché non tutti i candidati hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sull'ora e la sede dell'esame; numerosi aspiranti all'insegnamento in classi disciplinari affini (ad esempio, nel mio caso, le quattro classi di ambito letterario) si trovano nell'impossibilità di partecipare a tutte le prove del loro ambito, perché, nonostante il superamento (e il pagamento) del test preselettivo di ciascuna classe svoltosi a luglio, le date dei relativi scritti coincidono o sono in orari diversi, ma in città diverse della stessa regione.Molti candidati stanno segnalando i disagi con i mezzi più diversi e io stessa faccio parte di un gruppo mobilitatosi per chiedere di intervenire su una spiacevole coincidenza fra le date degli scritti relativi alle selezioni per le classi di ambito letterario in Veneto e per richiamare l'attenzione sulla questione. In diversi casi, purtroppo, gli Uffici Competenti nell'organizzazione e nella gestione delle prove e dei corsi non danno segno di voler intervenire in maniera decisa ed efficiente.
Fin dall'inizio di questo percorso, molti candidati percepiscono una continua indifferenza nei loro confronti, non solo perché nessun concorso pubblico dovrebbe svolgersi con una simile incuria, accumulando ritardi, disguidi ed errori, ma anche perché qualsiasi selezione dovrebbe svolgersi in modo limpido ed equo, sia nell'interesse dei concorrenti, sia in favore del settore nei quali essi dovranno inserirsi: la selezione del corpo docente non può essere affidata all'arbitrio della Fortuna, essere ostacolata da un ritardo ferroviario o alterata dalle condizioni di difficoltà di un aspirante. Il disinteresse per le sorti dei concorsi di TFA e dei loro candidati è sintomatico dell'atteggiamento ormai diffuso nei confronti della scuola nel complesso. Il denaro di questi stessi candidati, invece, riceve fin troppe attenzioni.
C.M.
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