È necessario analizzare “Just Jim” prendendo separatamente i due blocchi che compongono la pellicola: nel primo, difatti, l’incipit e lo svolgimento da black comedy sono perfetti nel lavoro drammaturgico e nella restituzione fotografica del disagio provato dal protagonista; nel secondo blocco, invece, la svolta thriller fa scendere il livello del film sia sul piano recitativo – fino a quel punto impeccabile sia da parte di Hirsh che di Craig, costretti poi ad estremizzare e denaturalizzare i caratteri come previsto dal copione – sia dal punto di vista visivo.
Anche se l’impatto iniziale viene in parte smentito dall’evoluzione narrativa, dovendo giudicare il film nella propria interezza, “Just Jim” ha comunque il pregio, pur essendo un’opera prima, di essere un prodotto comunque sopra il livello medio delle commedie contemporanee in circolazione.Antonio Romagnoli