TFF 2015: ARABIAN NIGHTS di Miguel Gomes e CEMETERY OF SPLENDOUR di Apichatpong Weerasethakul

Creato il 27 novembre 2015 da Ifilms
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Scritto da Davide Dubinelli
Categoria principale: Festival
Categoria: Torino Film Festival 2015
Pubblicato: 27 Novembre 2015
Miguel Gomes   Apichatpong Weerasethakul  

ARABIAN NIGHTS di Miguel Gomes (2015)

Dopo il clamore suscitato alla Quinzaine des Réalisateurs, selezione parallela alla quella ufficiale del Festival di Cannes, approda a Torino il film-evento di Miguel Gomes. Un'opera monumentale lontana da qualsiasi deriva meramente autoriale, che vive di una visceralità capace di trovare terreno fertile all'interno di una dimensione favolistica profondamente ancorata alla preoccupante realtà contemporanea, in particolare quella di un Portogallo piegato dalla crisi economica nel biennio 2013/2014. Un trittico suddiviso in tre capitoli autonomi (As Mil e Uma Noites: Volume 1, O Inquieto, As Mil e Uma Noites: Volume 2, O Desolado e As Mil e Uma Noites: Volume 3, O Encantado) a metà tra indagine documentaria e fiction di alta levatura, che riesce a essere uno spaccato sociale, politico e culturale fortemente radicato nel territorio e, al tempo stesso, un racconto corale di statura universale.

La cornice entro cui Gomes ambienta le micro storie di poetica quotidianità, ora divertenti ora amarissime, si rifà alla raccolta di novelle de Le mille e una notte solo in maniera tangenziale, con spirito goliardico e sardonicamente drammatico. Un'operazione coraggiosa e riuscita, di non facile fruizione anche a causa della durata monstre che si attesta sui 381 minuti, costituita da piccoli grandi frammenti che compongono un quadro ben più approfondito di tante dozzinali inchieste spacciate per testimonianze significative.

Voto:3/4

CEMETERY OF SPLENDOUR di Apichatpong Weerasethakul (2015)

Già presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes e ora al TFF, l'ottavo lungometraggio di Apichatpong Weerasethakul rappresenta uno degli eventi più attesi di tutta la stagione cinematografica in corso. Forte della sua esperienza documentaristica e videoartistica, il grande regista indipendente thailandese ha realizzato un'opera densa di significati ma al contempo limpida e cristallina nell'elevare a sublime una poetica minimale in cui i silenzi e le lunghe sequenze contemplative hanno la stessa potenza espressiva delle parole.

In una cornice di impeccabile rigore formale, si consuma una storia onirica in cui i soldati caduti in un sonno eterno a causa di una misteriosa malattia diventano la metafisica connessione tra realtà e immaginazione. Tra presenze fantasmatiche, antica meraviglia e moderna decadenza, scorre sullo schermo una elegia sull'assenza, in cui i vivi e i morti si confondono in totale abbandono allo splendore della Natura. Le pagine suggestive non mancano, l'impatto visivo è notevole e il finale colpisce nel segno, ma i ritmi spesso si dilatano pretestuosamente e per uno spettatore occidentale non è sempre facile entrare in sintonia con una poetica così legata a culti e tradizioni decisamente poco esplorati.

Voto:2,5/4


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