TFF: Rino – la mia ascia di guerra di Andrea Zambelli

Creato il 20 novembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Al 33° Torino Film Festival il film “Rino – la mia ascia di guerra” di Andrea Zambelli: l’ultimo film del regista bergamasco, autore negli anni scorsi di “Striplife” e “Di madre in figlia”, sarà nella sezione Italiana Doc.

Un documentario intimo e forte: protagonisti Rino, un ex partigiano, e Andrea, il regista. Nel film trovano spazio la lotta partigiana raccontata dalla voce dell’ex combattente della Resistenza bergamasca; il suo rapporto con Andrea, che per anni l’ha vissuto come un nonno e ha poi cominciato a raccogliere le sue testimonianze; la maturità di Andrea e il suo desiderio di raccontare le ribellioni con i film, proprio a partire dall’esperienza di Rino; il desiderio, come regista, di cercare l’uomo oltre l’“eroe”, anche e soprattutto nei filmati privati che Rino ha accumulato negli anni. È così che la storia di Rino, ribelle della lotta partigiana ma anche amante della natura e dei cavalli, compagno affiatato di Lina e accumulatore di filmini amatoriali, diventa un’ascia di guerra da disseppellire per Andrea, che si richiama al lavoro del collettivo di scrittori Wu Ming secondo cui, appunto, “le storie non sono che asce di guerra da disseppellire”. Tra i racconti di Rino filmati negli anni da Andrea, le scene di confronto intimo tra i due e le immagini dei film “ribelli” girati da Andrea in diverse zone del mondo nel corso degli anni, si snoda un documentario che è allo stesso tempo ricerca, riflessione, testimonianza e racconto di un rapporto affettivo profondo.

“Rino è stato per me il nonno che non ho mai avuto – ha detto il regista Andrea Zambelli -. Insieme abbiamo iniziato questo film vent’anni fa. Mi ha dato in mano la sua telecamera video8 e con quella ho cominciato a filmarlo. Quando lui ha perso la memoria mi sono deciso a terminare il film, cercando in casa sua le VHS e i super8 girati da lui. Ho scoperto un Rino diverso, non solo l’eroe partigiano. La prima persona che ha intuito che un giorno avrei raccontato delle storie”.



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