TFR (Trattamento di Fine Rapporto) o Fondi Pensione, non è facile scegliere tra le vecchie liquidazioni e la previdenza complementare

Da Mrinvest

Negli anni scorsi si è dibattuto a lungo sull’opportunità di destinare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) ai Fondi Pensione oppure se tenerlo con le vecchie modalità. La discussione è stata accesa, soprattutto nel mondo politico e sindacale, durante l’approvazione di una riforma che ha cercato di favorire il trasferimento delle vecchie liquidazioni ai prodotti della previdenza complementare. Parliamo del decreto legge n. 252 del 2005, voluto dall’ex Ministro del Lavoro Roberto Maroni, e poi applicato in modo definitivo dal suo successore Cesare Damiano. Il dibattito su questa legge ha riguardato soprattutto la mancanza di garanzie di rendimento per i sottoscrittori dei fondi pensione. Garanzie che offre invece il Tfr lasciato in azienda.

I soldi accantonati nel Tfr, infatti, si rivalutano ogni anno, per legge, dell’1,5% fisso, più il 75% del tasso di inflazione. Per fare un esempio, supponiamo che, in un determinato anno, l’inflazione sia del 2% ed un lavoratore abbia accumulato nel Tfr la somma di 10.000 euro. Nell’anno successivo il

Tfr verrà rivalutato del 3% (cioè di 300 euro), calcolato in questo modo:

  • 1,5% (quota fissa) + 1,5% (il 75% dell’inflazione del 2%) = 3%

Il valore del Tfr accumulato sarà dunque di 10.300 euro, più i versamenti aggiuntivi effettuati nel corso dell’anno. Ecco dunque che il Tfr offre un sistema di garanzia che può essere utile nel caso di un improvviso aumento dell’inflazione.

Invece, per i fondi pensione non c’è nessuna garanzia, in quanto i contributi versati vengono investiti e quindi esiste un certo rischio legato ai mercati finanziari. In caso di crisi borsistica, infatti, il rendimento dei fondi pensione potrebbe risultare inferiore a quello del Tfr o addirittura negativo.
E’ importante ricordare, però, che esistono fondi pensione a rendimento minimo garantito, a condizione che il lavoratore mantenga i soldi investiti per un periodo di tempo molto lungo (di solito 20 anni) senza trasferirli su altri prodotti o riscattarli anticipatamente. C’è da dire, anche, che i fondi pensione sono protetti dalle leggi e dai regolamenti, in questo modo:
> La Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione – www.covip.it) ha il compito di controllare la trasparenza e la correttezza della gestione dei fondi.
> Certificazione dei bilanci dei fondi da parte di una società di revisione.
> I soldi e i titoli del fondo rimangono di proprietà del lavoratore. Il patrimonio infatti rimane separato da quello della società di gestione. Anche se questa fallisce, il fondo non può essere intaccato.

Parleremo della tassazione del Tfr e dei fondi pensione nel prossimo articolo.


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