Thale

Da Omonero

Norge – 2012

cast: Silje Reinåmo - Erlend Nervold - Jon Sigve Skard - Morten Andresen
regia: Aleksander Nordaas
soggetto e sceneggiatura: Aleksander Nordaas
musica: Raymond Enoksen - Geirmund Simonsen
durata: 79 min
INEDITO


Leo (Jon Sigve Skard) ed Elvis (Erlend Nervold) fanno i ripulitori. In pratica gestiscono una piccola azienda che si occupa di raccogliere i resti e le frattaglie delle vittime di incidenti ed omicidi dopo che la polizia scientifica ha fatto i dovuti rilievi. Lavoro abbastanza consono per l’imperturbabile Leo, ma non troppo adatto ad una persona sensibile come Elvis che, comunque sia, stringe i denti e aiuta l’amico come può. Un lavoro singolare ma, a modo suo, monotono, almeno fino a quando i due non vengono mandati in una vecchia casa ai bordi di un bosco per “raccattare” i pezzi sparsi in giro del vecchio che abitava lì.
Andando a curiosare dove non deve (scusate la ridondanza) Elvis s’intrufola nello scantinato e scopre quello che sembra un vecchio laboratorio ed un registratore. Ma le sorprese non sono finite; come dal nulla spunta una ragazza bionda, nuda e terrorizzata che sembra regredita ad uno stato selvatico ed incapace di comunicare verbalmente. Mentre i due aspettano l’arrivo della pattuglia di polizia avvertita via radio, Elvis trova il tempo di pasticciare con il registratore che contiene una sorta di diario scientifico redatto dal defunto.
Si viene così a sapere che Thale (Silje Reinåmo), questo è il nome della ragazza, venne trovata in tenera età nel bosco dallo scienziato e che non si tratta propriamente di un’umana ma di una Hulder, creatura fantastica del folclore norvegese che vive nelle foreste ed attira i viandanti con le sue procaci forme per poi ucciderli e nutrirsene. Allo scopo di proteggerla l’uomo le ha amputato la coda (unico segno distintivo) e l’ha sottoposta negli anni a periodici bagni in una vasca di prodotti chimici allo scopo di bloccarne la trasformazione fisica.
E mentre i tre aspettano qualcuno e qualcosa si muove tra i boschi…


Questa volta il “passo lento” registico dei Paesi del Grande Nord gioca a favore di quella che si rivela essere una sorta di favola nera, dove a farla da padrone non sono i due strani “companeros” (con il loro segreti scomodi), né  la burrosa e spaventata, Thale, ma gli scorci di natura rubati ai flashback e la inconsistente percezione delle sorelle della ragazza che la abitano.
Sicuramente un background più robusto sul passato della hulder e qualche informazione in più sul mito per uno spettatore a digiuno sul folclore Norvegese avrebbe giovato, ma rispetto alle altre noiosissime pellicole dei Paesi Scandinavi dove per ore non succede un bel niente, questo può quasi (e dico quasi) considerarsi un “action movie”!
E poi, Silje Reinåmo ha il suo bel perché!



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