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La capacità di saper manipolare le parole dà un potere inimmaginabile. Miscelando il tutto col carisma di un leader, la visione strategica di un giocatore di scacchi e, ovviamente, quella dose di cinismo necessaria a rinfoltire la chioma sul proprio stomaco, si diventa rapidamente capaci di manovrare l’opinione pubblica a favore di qualcosa più che oggettivamente orrendo. Questo è il tema fondamentale all’interno di questo film, che a me piace da morire per la genialità di mescolarlo all’interno della società americana, a tutti molto nota per dare un gran peso -a volte anche esagerato- alla questione “immagine”. È più importante la forma della sostanza (that’s the american way!). Come se non bastasse la difficoltà di dover proteggere un tema spinoso come l’utilizzo delle sigarette di fronte alla società/opinione pubblica statunitense, ad aggiungere benzina sul fuoco c’è la presenza di un figlio: cavolo, se fossi io in quella situazione morirei di vergogna di fronte agli occhi di mia figlia! Invece Nick Naylor (il protagonista) è talmente convinto di ciò che fa che riesce a vendere al figlio tutta la filosofia che ha sviluppato per vendere -prima di tutto a se stesso- l’importanza di ciò che fa… e devo dire che questo è uno dei miei punti preferiti del film, e mi è piaciuto tanto da volerlo condividere.
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Enjoy