That's 70 - american hustle

Creato il 25 maggio 2014 da Beatrixkiddo
Arieccoci qua, la consueta congrega dei blogger cinefili, come tutti i mesi  è pronta ad allietare questa domenica elettorale con una delle sue consuete, e strabilianti, iniziative. Nessun compleanno per il mese di maggio, ma su iniziativa della simpaticissima Alessandra del blog Director's cult una carrellata attraverso un'epoca, spesso, magnificamente rappresentata al cinema, gli anni 70. Nonostante l'immane caos di questi ultimi giorni dalle mie parti, sono incredibilmente riuscita ad essere della partita, con uno dei film più celebrati dello scorso anno che io, ovviamente, al cinema avevo clamorosamente cannato, "American Hustle" di David O.Russell. E preparatevi, perchè quello che vi apprestate a  leggere non vi piacerà per nulla...

Irving Rosenfeld è  un truffatore. Insieme alla sua complice Sydney Prosser viene obbligato a lavorare per Richie DiMaso, agente FBI fuori controllo che vuole incastrare corrotti politici locali. Primo obiettivo Carmine Polito, volubile ed influenzabile politico del New Jersey, stretto tra la morsa dei truffatori e dei federali. Rosalyn è invece l'imprevedibile moglie di Irving, nonchè colei che potrebbe far crollare definitivamente il castello di finzioni...
"non sei niente per me, se non puoi essere tutto"
7 candidature ai Golden Globe, 7 ai Bafta, 10 (!!!) agli ultimi Oscar. Numeri impressionanti per l'ultima opera di David O.Russell regista  dell'adorabile, si sono tra quelli che lo hanno trovato adorabile, "Il lato positivo". Tutto questo popò di roba più critiche entusiaste lette in giro..ed una sola domanda: "Perchè??". Dal punto di vista "tecnico" nulla da dire. La ricostruzione del periodo è praticamente perfetta. O.Russell non sbaglia un colpo, scenografie, costumi, abiti, colonna sonora, tutto a dir poco impeccabile.E' il resto, francamente, a lasciarmi più che perplessa, perchè, sgomberiamo subito gli equivoci, a me "American Hustle"non ha convinto proprio per niente.
Non vi ho trovato assolutamente nulla che lo rendesse speciale rispetto alla valanga di commedie americane che invadono le sale.
"America Hustle" è  lungo, troppo lungo, così lungo che a tratti si sfilaccia e non si capisce bene dove voglia andare a parare.  O meglio, vorrebbe essere tante cose ma alla fine somiglia a quelle persone che sanno fare un pò di tutto ma nulla davvero bene.Una miscellanea di generi, commedia, una spruzzatina di dramma, farsa, che a me, ma debbo essere una mosca bianca visto l'entusiasmo generale, non ha per nulla divertito. Anzi,  nella noia generale il tutto mi è parso permeato di un'aura di fighettaggine che alla fine mi ha pure un pò scocciato, ed il tanto strombazzato colpo di scena finale, ma la tematica della truffa è stata trattata molto meglio in tante altre pellicole, ha la forza dirompente di un mortaretto.E veniamo al supercast. Un gruppo di attori che la maggior parte di registi si sogna...conciati come nel peggiore degli incubi. Amenità a parte, effettivamente il gruppo di "American Hustle" è composto da parecchi pezzi da 90. Cominciamo da un Bale dotato di panza e riporto bravo si, ma ho apprezzato di più l'attore in altri ruoli, qui mi pare gigioneggi un pò troppo.Proseguiamo con il (bel??) Cooper, qui ricciuto assai, per cui "Il lato positivo" deve essere stato un felice e fortunato incidente di percorso visto il guaio che combina da queste parti, ma probabilmente la colpa non è tutta sua, il personaggi di Di Maso non l'ha scritto lui. Se salvo unicamente una Amy Adams sempre più bella e brava, tracolla spaventosamente un Jeremy Renner, da queste parti solitamente assai apprezzato. Il suo Carmine (...) Polito, con quel cavolo di ciuffo posticcio, è il trionfo vivente dello stereotipo italoamericano, gli mancano solo la pizza, o gli spaghetti fate voi, e il mandolino poi abbiamo completato il quadretto. E no, non mi ha convinto nemmeno lei, sua maestà Jennifer Lawrence, i panni della pazza isterica proprio non le stanno bene.Anzi, sarebbe quasi venuto il momento che la ragazza cominciasse a scegliere un pò meglio i ruoli perché di talento ne ha a valanga ma se non la smette con filmetti di poco spessore, e tra questi rientrano pure i vari "Hunger Games" rischiamo di perdercela per strada.
Insomma, per quanto mi riguarda, il classico "diludendo" di portata colossale.Pazienza sono comunque, come al solito, contenta di aver partecipato...celebrano con me gli anni 70:
Il Bollalmanacco
Montecristo
Scrivenny 2.0
Viaggiando meno
Pensieri cannibali
Recensioni ribelli
Non c'è paragone
Solaris
In Central Perk
Director's Cult
White Russian
Cooking Movies
Obsidian Mirror

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