I.
Da agosto in poi le mie due camere da letto - quella di Trento e quella di Vicenza - sono state occupate dal materiale della tesi. L'ho rimosso solo di tanto in tanto, per fare spazio ai miei ospiti.
Nel corso delle ultime tre settimane, il pavimento della mia stanza primaria si è fatto impraticabile: libri, articoli e stralci d'interviste abbandonati ad accumulare polvere, sparsi ovunque, secondo un criterio poco nitido anche nella mia testa.
Oggi ho trovato il coraggio di fare ordine e di pulire. Ho quasi finito di scrivere. Tra meno di due settimane dovrei consegnare il mio elaborato. Sono così sollevata che questa mattina, mentre leggevo un articolo di Wacquant sul concetto di habitus, ho quasi ricominciato a volere bene a Pierre Bourdieu.
Faccio le pulizie in camera molto di rado, perché tendo ad funzionare grazie alle deadline. Nessuno mi ha mai imposto deadline sulle montagne di carta che si accumulano sotto alla scrivania.
Pulisco di rado perché posso permettermelo, ora che ho una stanza singola, e perché finisco sempre per attribuire significati enormi ad attività banali come il cambio delle lenzuola e la raccolta di detriti dal pavimento.
Chi ha dormito in questo letto? Che persona sarò dopo che avrò archiviato questa montagna di libri? Con questo cambio di stagione verrà anche, finalmente, la quiete?
Oggi ho fatto ordine, anche se avevo dichiarato che avrei vissuto nello sporco fino al 18 ottobre, giorno di consegna della tesi. "Per costringermi a finire".
Invece, con largo anticipo, ho sgombrato il pavimento e riposto con cura gli strumenti musicali, lasciando in sospeso solo il caos della libreria, sul quale tornerò durante la seconda parte del mese. Ho messo in lavatrice tutto il lavabile, buttato il buttabile.
Questo è il primo livello di lettura. Poi c'è il secondo.
II.
Il secondo livello è quello in cui emergo sconvolta dalla mia stanza e, per distrarmi, mi accompagno all'amata coinquilina Pamela e alla sua amica mentre fanno esercizi di statistica. Il secondo livello è anche quello in cui l'assurdità dei miei tumulti emozionali è tale da farmi ridere e piangere alternativamente, componendo al contempo brevi raccontini dal sottotesto blasfemo in cui ci sono io che salto e bacio ologrammi mentre degli orsetti lavatori mi guardano dal parcheggio dell'ufficio.
Sul secondo livello di lettura, oggi è diventato imperativo mondare.
Mondare per poter procedere.
In corrispondenza del secondo livello di lettura, sono la forma rozza che il tempo e l'esperienza levigheranno. Sono la forma non-finita, in divenire, che anno dopo anno si fa più aggraziata.
La grazia è data
dal mio corpo spugnoso, assorbente,
dall'agilità con cui lascio tintinnare la mia corazza ai piedi del letto,
se una canzone condivisa mi suggerisce che la via giusta sia proprio quella.
Questa volta non mi sento stupida
o svuotata
o sola.
So di averne guadagnato in grazia
e visite notturne
a castelli cubisti.
Manderò il mio racconto sugli orsetti lavatori agli incompetenti dell'annuale concorso letterario d'ateneo, per metterli alla prova e farmi crescere delle orecchie a punta.
Discuterò la tesi.
In ufficio continuerò a lavorare in segreto alla mia prima vera fanzine, che sarà bellissima e triste e delirante e blasfema.
Scriverò altre canzoni e le registrerò male dal pavimento della mia stanza.
Farò sogni nitidi e poi li racconterò ai miei amici.
Come dice il muro del conforto:
"Let everything happen to you, beauty and terror. Just keep going, no feeling is final"
Rainer Maria Rilke
(immagini: Hanuman showing the images in his heart, c. 1880; il collage che Gianlorenzo mi ha donato per il mio compleanno, ora appeso al muro del conforto)