The ABC’s of death 2: tutto quello che si sa finora

Creato il 21 dicembre 2013 da Fascinationcinema

The ABC’s of death (2012) è uno dei più atipici film a episodi mai realizzati: ben 26, brevissimi segmenti (ciascuno dai 2 ai 4 minuti), tanti quante le lettere dell’alfabeto. Di produzione americana, vi hanno preso parte nomi provenienti da tutto il mondo. Ogni episodio è affidato a un diverso regista che, prendendo spunto da una parola che inizia con una certa lettera, si sbizzarrisce a raccontare il tema della morte nei modi più strani e con lo stile che preferisce (troviamo anche episodi in animazione stop-motion oppure interamente in soggettiva). Contestualmente al film, fu indetto un concorso per la lettera T, aperto a tutti i registi del mondo che volessero partecipare e mettersi in gioco. Il film, a quanto pare, è risultato un prodotto interessante, a tal punto che i produttori hanno ora messo in cantiere The ABC’s of death 2, attualmente in lavorazione (l’uscita è prevista per il 2014): in sostanza, si utilizza lo stesso schema del precedente affidandolo ad altri registi. Il capitolo precedente era, tuttavia, un lavoro altalenante: alcuni episodi ottimi, altri nella media, taluni molto scarsi. Probabilmente, alcuni registi hanno lavorato al di sotto delle loro possibilità, forse per ristrettezze di budget: la presenza di autori veramente validi era sparuta (Ben Wheatley e la coppia Cattet/Forzani, in sostanza), e non sempre i registi cosiddetti “di culto” sono stati in gradi di esprimersi al meglio (vedasi Ti West, per esempio), nonostante alcune belle sorprese come l’episodio dei Mo Brothers. Questo The ABC’s of death 2, prodotto presumibilmente con un budget più alto, si pone in modo più ambizioso per la presenza di nomi più celebri, alcuni dei quali godono di un’alta considerazione anche da parte della critica al di fuori del panorama strettamente horror: basti citare Sion Sono (Suicide club, Strange circus), Vincenzo Natali (Cube, Splice), Alex de la Iglesia (Balada triste de trompeta, Perdita Durango) e la coppia israeliana Keshales/Papushado (Kalavet, Big bad wolves). Anche in questo caso, è stato indetto per una lettera (la M) un concorso aperto a tutti i registi a livello mondiale. Come afferma il produttore Ant Timpson, la quantità di lavori ricevuti per il contest è stata enorme, e moltissimi corti erano di ottima qualità, il che fa ben sperare per la produzione mondiale di cinema horror. Hanno partecipato anche alcuni registi indipendenti italiani, come Raffaele Picchio (Morituris), Francesco Picone (Io sono morta, Anger of the dead) e Antonio Padovan: quest’ultimo è arrivato in finale, insieme a 11 registi stranieri. L’episodio vincitore (purtroppo non italiano) è M is for Masticate dell’americano Robert Boocheck: in meno di tre minuti vediamo un uomo grasso, nudo e dagli occhi indemoniati farsi largo rudemente per la strada fino ad assalire e scannare un uomo (il tutto ripreso al rallentatore); scopriremo solo nel finale il perché di tutto questo. Il segmento che abbiamo potuto vedere (che è visibile qui) e soprattutto i registi coinvolti fanno sperare nella riuscita di un film non solo originale ma anche di qualità elevata.

Davide Comotti


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