The Albun – Spaghettata con l’alieno

Creato il 05 gennaio 2016 da Iyezine @iyezine

Recensione

  • Autoprodotto
  • Anno:2015
&appId;&version; Tweet

Il pranzo è pronto, e non si può rifiutare quando ci invita un Alieno. Spaghetti per merenda, magari gustandoli appallottolati su di un amaca nella Louisiana, dove ancora ci si perde tra acquitrini, mota e sterpaglie, ovvio condimento per fare scarpetta.

The Albun è quello che davvero serve per non ovviare a generi scomparsi o mai battuti nel nostro bel continente, neanche da quando Douglas P. o i Vomito Negro hanno presentato il loro manifesto. In realtà il paragone si può solamente riportare all’aspetto sonoro, stimolante per orecchie sopraffini ma comprensibile a chiunque pensi che Bugo sia un soldatino di plastica in un campo di veri carroarmati, magari nell’ex aereoporto di Tempelhofer. Forse il bolognese Teatro Satanico arriva quasi a rassomigliare all’arsenale che Membro 3 e Membro 4 sfoderano, rivelandosi notevole richiamo per alcuni selezionati alla ricerca di un “post-qualsiasi cosa”.
19 meta-brani tutti da ascoltare con forchetta e bolo per meglio assecondare l’appetito che si fa sempre più famelico con Semriamo dei Pazzi, visto che i tre apripista fanno solo strabuzzare gli occhi per l’incredibile conglomerato di suono e ischemia. Difficile catalogare ogni singolo brano preso in questione, perché non è neanche necessario … ed è per questo che ognuno è davvero unico nel genere, in una cartina tornasole da quarta dimensione. Ma non riusciro’ a sucrarla lo conferma e anticipa un vero e proprio singolo nominato virtuale capotreno del folle viaggio che ancora ci aspetta: Abbraccio la griglia di domani ricorda che non siamo neanche alla metà del percorso. Già, proviamo a pensare infatti che il nostro bel piatto di spaghetti non sia che una pastiglia-meth e che in realtà abbiamo preso una comune macchina per andare a fare un giro. Beh, complimenti a chi sia in grado di mettere le chiavi nel nottolino e azionarla per vedere cosa stia davvero succedendo: la scelta dei samples-midi e degli effetti vocali regalano momenti di smarrimento voluto e ricercato in qualche frammento oggi nominato neo-apocalyptic folk.
Anche lei vedr forse è un piccolo cammeo che ci accomiata da troppa lisergia, grazie all’intervento umano (o forse è un assolo) di Membro 4, Cagge Colonan Cagge strizza l’occhio ai Primus di Les Claypool, sia per i rimbalzanti vocalizzi che fanno da riff che per la voce nasale di un western … spaghetti appunto: in cui gli sceriffi di pongo si rotolano in mezzo a pulviscoli o batuffoli di lana. Cantabile per di più, situazione non del tutto scontata, finora (eccezion fatta per la paradossale slow tempo Nessuno mi caga)
Finiamo in bellezza con bel trittico degno della migliore Cold Meat Industry: Karmanik aveva visto lungo quando pensava che dall’Italia sarebbero spuntate progressive contaminazioni ad oliare, con la loro viscosità, un vero menù da ultima cena .

TRACKLIST
01 Sono in conference
02 Cristo bravo
03 Dettagli di cagne
04 Semriamo dei pazzi
05 Silenzio assordante
06 Nessuno mi caga.mp34,84 MB22 giorni fa
07 Il Plugin ha un’intestazione non valida.mp34,66 MB22 giorni fa
08 Ma non riuscirò a sucrala
09 Abbraccio la griglia di domani
10 C’ho il durello
11 EppeEppe
12 Anche lei vedr forse
13 Sche Schifo
14 Cagge Colonan Cagge
15 Vabbè escoi
16 Occhio che c’è scritto Negro
17 Esco va steccone
18 Troia Vuota
19 A troppa

LINE-UP
Membro 3 – Voce, midi, giornalini
Membro 4 – Voce, effetti, forchette

THE ALBUN – Facebook


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :