Secondo capitolo del reboot firmato Marc Webb, The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro indugia eccessivamente sugli effetti speciali, ma si risolleva abilmente quando si comincia a parlare di romanticismo.
Peter Parker è sempre più a suo agio nei panni dell’eroe mascherato ed è sempre più innamorato di Gwen. E, nonostante i numerosi tentativi frutto della promessa fatta al padre di Gwen in punto di morte, non riesce a starle lontano. Nel mentre giunge in città Harry Osborne (vecchio amico di Peter) per salutare il padre che sta per morire a causa di una malattia degenerativa. Tra i tre ragazzi si inserisce Max Dillon (anonimo impiegato della Oscorp) che, a causa di un terribile incidente, acquisisce il potere di controllare l’elettricità.
Una sovraesposizione di villain e la centralità della storia d’amore (adolescenziale) tra Peter e Gwen. Questi sono i due aspetti che saltano all’occhio nel secondo episodio dello Spider-Man amazing, nel quale si nota sempre di più la mano del Webb regista, sempre più a suo agio nel tratteggio delle contraddizioni e delle difficoltà di un rapporto adolescenziale (o post, vedi (500) giorni insieme) piuttosto che nelle sequenze che prevedono una costante sottolineatura d’azione e avventura. Difatti proprio nelle parti in cui Spider-Man è alle prese con Electro (e con altri due “cattivoni” di cui non sveliamo il nome) si fa sentire la pesantezza (e la durata) del racconto, nonostante l’apparato visivo e la colonna sonora si fondano alla perfezione in un impianto sensoriale avvolgente. Tuttavia Webb pare approcciare con superficialità i combattimenti, facendoli risaltare come corollari necessari, ma non esaustivi. La macchina da presa preferisce concentrarsi sulla storia d’amore tra Gwen e Peter, sulle difficoltà di quest’ultimo di sostenere una doppia identità. Ed è proprio qui che Webb tira fuori il coniglio dal cilindro, costruendo una vicenda, che vive di sospiri, ma riesce a non farsi stucchevole. Come se si respirasse aria di teen movie, ma di una caratura superiore, che si limita a mostrare il rapporto in modo puro e semplice, senza soffermarsi a sottolineare dialoghi enfatici e sguardi languidi.
Dall’aspetto scanzonato, gigione e ribelle, The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro è la pellicola che ti aspetti nella sua integrità e che persegue il percorso tracciato dal primo episodio senza sbandare o deragliare. Inoltre si respira aria di una serie che nella sua totalità ha un inizio e una fine e non un andamento infinito, che prevede per necessità (o mancanza di pubblico) un brutale abbassamento della saracinesca. E questo è sicuramente un punto a favore di un genere cinematografico, che rischia sempre di più di scadere nella costante (e convenzionale) serialità, che delude pubblico e addetti ai lavori.
La moda di pesare la psicologia dei supereroi è stata lanciata da una nuova generazione di autori, che è cresciuta con i fumetti e ne ha voluto replicare le modalità di intrattenimento sullo schermo cinematografico. Webb è uno di questi e pare abbia imbroccato la strada giusta, nonostante la superficialità introspettiva di Electro, che si è fatto inghiottire progressivamente dall’aura ingombrante (e meglio architettata) dell’eroe di quartiere Spider-Man.
Uscita al cinema: 23 aprile 2014
Voto: ***