The Arrival of Birds: Piccoli stralci di felicità nei luoghi più inaspettati

Creato il 24 marzo 2014 da Lafenice
 
Due occhi assonnati che si aprono al mattino: è giovedì, devi recuperare la tua auto dal meccanico, la gatta piange perché vuole uscire, il telefono squilla per svegliarti, la pila di panni sulla sedia proprio davanti al letto ti urla “Elena, pulisci!”. E allora, zoppicando e sbadigliando, ti alzi dal letto. Distendi i muscoli mentre percorri qualche passo per aprire la finestra che da sul terrazzo. Ruoti la maniglia ed il vetro si apre, lasciando entrare l'aria fredda che solletica le tue gambe nude. Ma quando apri gli scuroni.. ecco che una calda luce rosa ti illumina, il sole che ti saluta, nascosto parzialmente dietro la rocca medioevale che troneggia sulla città. È la primavera che arriva, la luce di quella enorme stella che colpisce tutto quello che incontra, purifica, colora, da la vita. Una nuova giornata che inizia, il sorriso che ti increspa il volto.
Vedi, io non sono quel tipo di persona che odia o che evita gli altri. Io voglio bene a tutti, anche a te in questo momento. Non ti conosco ma.. Cristo, ti voglio un mondo di bene sai? Perché sei una persona, come lo sono io. Perché ti sto parlando, ed ho così bisogno di parlare. Ed è proprio questo il bello: come fai ad essere solo quando ti basta uscire di casa ed incontrare un sacco di gente che è proprio come te. Che ha i tuoi stessi problemi, ed una voglia disperata di sentire un po' di affetto. Come fai a non voler bene ad un mondo che muore dalla voglia di un po' di bene?
Lo stoppino di una candela profumata, il mio accendino pronto ad infiammarlo. Ed è proprio quando la cera lascia lo spazio al tessuto vero e proprio che un piccolo cuore prende forma. Un cuore che porta luce.
Arrivare a casa e trovare un piccolo ometto (mio nipote) che mi guarda, sorride timido. Poi gira la schiena, va ad accomodarsi sul divano della cucina. Prende un giornale, e me lo porge. Vuole che legga per lui, che gli racconti una storia. Non è importante se si tratta della favola del gatto con gli stivali o del terribile articolo/verità sulla vita di Fabrizio Corona. L'importante è prendere un po' di tempo per fare qualcosa che piace ad entrambi. E allora al diavolo il sonno, al diavolo i problemi, al diavolo tutto: un po' di tempo con te non me lo toglie nessuno.
Un telefono che squilla, mentre sono assorta nel mio lavoro. È in una stanza diversa dalla mia, ma lo sento. Un solo ed unico pensiero: è lui. Ed infatti..
Una canzone, una canzone capace di stringere qualcosa nel mio petto, sciogliere il ghiaccio, emozionarmi a tal punto da farmi commuovere. Un'esplosione di bellezza, talmente tanta da gioia da non poter smettere di ascoltarla.
Un sorriso. Un sorriso contagioso, capace di portare allegria e serenità, che ti conduce alla purezza ed alla spontaneità di comportamenti non studiati, ma così veri da lasciarti senza fiato.
Una coppia di pettirossi intenti a mangiare le briciole davanti alla porta dell'ufficio. I peschi in fiore, il sole che illumina la mia città, che sembra non essere mai stata più bella. Una risata spontanea, la dolcezza di un abbraccio inaspettato, la verità in occhi così azzurri da ricordare l'acqua del mare. La nostalgia. Che scompare, piano piano, come una scritta sulla sabbia. L'essere talmente confusi da non capire più cosa abita la propria anima – per te, sempre per te, per te che non leggi, che non guardi, che non pensi, che non vivi, che non provi, che.. percorri una strada così lontana. Per te che sei così lontano e così vicino al tempo stesso. Ti mando un sorriso. Di quello che illumina gli occhi e scalda il cuore.

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