The Barrens è il nuovo film diretto da Darren Lynn Bousman che gli appassionati ricordano per la sua stravagante carriera costellata da titoli come Saw II, Saw III, Saw IV, Repo!, 11-11-11 e il famigerato remake di Mother's Day. Però non vi allarmate subito. Infatti possiamo tranquillamente dire che Bousman non è un cattivo regista e che grazie alle sue incursioni horror Hollywoodiane, più o meno riuscite, oggi possiamo godere di qualche titolo perturbante in più. Poi lo si può amare o odiare, ma non intendo approfondire l'argomento. Credo anche, che dopo il buon Saw II, il tonfo clamoroso di 11-11-11, che lo vedono anche come sceneggiatore, si meriti una parte del mio rispetto con questo nuovo film, in cui si diletta ancora nella scrittura, con risultati altalenanti ma più che soddisfacenti.
Qui si abbandonano alcuni cliché classici per addentrarci in un thriller\horror psicologico che non sarà avaro di sorprese. L'ottima interpretazione di un Stephen Moyer (Il Bill di True Blood) in stato di grazia, rendono la visione estremamente piacevole. La sceneggiatura si discosta subito dal survival-ino dei bei teenager in vena di essere ammazzati velocemente e crudelmente, e si immette molto diligentemente nei meandri della psiche malata di Richard. La recitazione di Mia Krshner (Cynthia), Peter DaCunha (Danny) e Allie MacDonald (Sadie) è molto mediocre. Da segnalare la breve apparizione di Shawn Ashmore (Dale), fantastico protagonista del recente, violentissimo, The Day e di quel gioiellino che fu Frozen, nonché gemello di Aaron, protagonista delle ultime serie del mitico Warehouse 13.
Il film parte con dei titoli di testa meravigliosamente accompagnati da una musica country che racconta a grandi linee la leggenda del Jersey Devil. A seguire, una veloce carrellata sulla famiglia Vineyard. Subito si intuiscono i problemi interni a questo gruppo di persone. Infatti il padre, stressatissimo e sull'orlo di una crisi nervosa, insiste troppo su una vacanza che gli altri membri non sembrano troppo propensi a partecipare. A complicare la faccenda c'è anche la sparizione del cane Oscar che porterà l'intera vicenda a dei risvolti a dir poco grotteschi. Molto à la Palahniuk.
L'entrata nel parco è ben orchestrata con il fuoco comune che farà da spunto per raccontare la terribile storia del Jersey Devil con tanto di scherzone non gradito da papà Vineyard che deciderà di trasferirsi più all'interno nei boschi del Pine Barrens. Da qui in poi sarà un continuo alzarsi della tensione e del terrore. Terrore che prende velocemente forma di malattia mentale, muta in malattia reale e ci trascina verso il finale con uno swing di ottima fattura.
In The Barrens vengono accontentati i fanatici della natura selvaggia, gli amanti dell'horror e una buona fetta di thrilleristi dai gusti veraci.
In tutto il film si respira un'aria densa di incomprensioni profonde tra Richard e il resto del mondo, che dipinge molto bene questo personaggio rendendolo molto simile al Jack Torrance di Shining, ma con meno spessore perturbante.
La scoperta di almeno tre animali morti sventrati nel corso della pellicola rendono la visione piuttosto dura in alcuni tratti ma aiutano la sceneggiatura duale, che prostra il padre pazzo da una parte e la possibile esistenza del diavolo dall'altra.
Spesso Richard sogna questa creatura che sembra seguirlo per tutti i boschi. La bestia potrebbe essere il Jersey Devil ma chi può dirlo con certezza? Rimane il fatto che il mostro è stato pensato molto bene e, pur essendo chiaramente (e sfortunamente) un fantoccione, fa il suo sporco lavoro.
Qualche grosso difetto si nota nella povertà dei mezzi che è sicuramente dovuta a un budget risicato. La creatura sembra uscire da un b-movie di bassissima caratura ma ci si deve accontentare, visto che comunque la storia regge bene la visione.
L'ultima mezz'ora si trasforma in un survival dove Cynthia, Sadie e il piccolo Danny sfuggono da un uomo in preda ad allucinazioni e che potrebbe aver scambiato la realtà per un posto abitato da un terribile demone.
Il finale è architettato alla perfezione e stravolge molto verosimilmente l'intera vicenda che fino a quel momento era retta dalle fantasie malate di Richard.
Gli omaggi a The Blair Witch Project si sprecano. Ad esempio la tenda distrutta e vuota che i protagonisti troveranno lungo il loro cammino, potrebbe davvero essere quella di Heather, Josh e Mike...
Un film molto ben costruito per avere un budget piuttosto basso ed essere stato girato in soli venti giorni sotto una pioggia scrosciante. Una visione obbligata per gli amanti di Bousman che potranno apprezzare una svolta meno splatter e più impegnata di questo regista che senza Wan riesce a lavorare meglio e più liberamente. Per tutti gli altri un b-movie ben girato, senza guizzi particolari ma con una storia non banale e mai noiosa.