The best and the worst of 2012

Creato il 04 gennaio 2013 da Topolinamarta

Esattamente un anno fa ho pubblicato qui sul blog la mia personale classifica dei libri letti nel 2011, perciò eccomi qui a fare lo stesso con quelli dell’anno che si è appena concluso.
Per quanto riguarda il 2012, secondo aNobii il totale è di 102 libri. Secondo il mio conto, a questo numero bisogna aggiungere una quindicina di titoli in più, considerato che purtroppo sembra che aNobii trovi antipatici gli eBook privi di codice ISBN.
Un po’ meno rispetto all’anno scorso (160 in tutto), e chi mi conosce sa anche quale sia il motivo: gli impegni non perdonano, ahimè. Probabilmente sono lo stesso troppi, ma quantomeno sono meno troppi dell’anno scorso

Ecco a voi, dunque, la classifica di questo 2012. Non è in ordine di preferenza, come al solito, ma soltanto di data di lettura (più o meno): sono semplicemente i titoli che mi sono rimasti più impressi, o viceversa quelli che di sicuro non sfiorerò mai più in vita mia.
Be’, direi che a questo punto non posso che augurarvi buona lettura!

The best of 2012 

2. La piccola equilibrista, Stefano Vignati
Avete presente quei thriller in cui, una volta cominciati, non si riesce in nessun modo a staccare il naso dalle pagine? Be’, Alessia, la nostra piccola equilibrista, mi ha fatto precisamente questo effetto. Anzi, l’impressione era quella di avere in mano un Ken Follett o uno Stephen King, o comunque un maestro, ma di sicuro non certo un esordiente – tra l’altro giovanissimo. Un piccolo capolavoro, oserei dire, con tanto di tensione che trasuda dalle pagine e soprattutto con continui brividi di terrore lungo la schiena.

3. Esercizi di stile, Raymond Queneau
Un libro che, secondo me, avrebbe potuto risultare molto migliore, per esempio sfruttando una “storiella-tema” che si prestasse di più. Però rimane un’idea geniale e divertentissima, soprattutto nell’esercizio delle parole composte e in quelli in cui si prendono in giro le lingue e i vari linguaggi specifici. Forse, sapendo meglio il francese, me lo sarei goduto di più, ma comunque la traduzione di Eco è stata strabiliante: se per caso qualcuno, non importa dove, avesse sentito una ragazza sghignazzare a crepapelle, probabilmente ero io! xD

4. L’orologiaio di Everton, Georges Simenon
L’ho detto e lo ripeto: il buon Georges non delude mai.
Mi è piaciuto davvero molto, anche se non sempre ho compreso il comportamento di Ben (insomma, se devi arrivare a fare cose del genere, fatti venire in mente qualche idea migliore… ma prima! xD), mi è sembrato terribilmente realistico, e per questo trovo che sia lodevole la capacità dell’autore di caratterizzare i suoi personaggi e di analizzarli minuziosamente dal punto di vista psicologico.

5. La compagnia della Serenissima, Francesca Sannibale
Spesso mi ritrovo a pensare che non c’è speranza che un autore (o autrice) italiano riesca a scrivere un buon fantasy, originale e scritto bene… poi però mi capitano libri come La compagnia della Serenissima e la speranza mi ritorna. Che ne dite di un’avventura ambientata nella Venezia antica, con tiranni e assassini, mistero e un pizzico di magia, il tutto scritto in modo fluido e coinvolgente? Se sì, penso che sia davvero il romanzo che fa per voi!

6. Alice torna a casa, Giuseppe Panteghini
Un libro semplicemente delizioso. Si potrebbe pensare che la sua morte sia la fine di tutto, e invece in questo caso non è che l’inizio della storia di Alice, la cagnetta protagonista: infatti, la sua missione, dopo essere passata sotto un’attenta analisi da parte di un insolito e spassoso “giudizio celeste” (composto da animali come lei e persino personaggi ben conosciuti come San Francesco e Tolstoj), sarà quella di tornare sulla terra e rendere migliori i padroni con cui ha vissuto da viva, ma anche migliorare se stessa. Davvero originale, e soprattutto tenerissimo.

7. Siberia, Daniele Gatti
Un libro che parla di un viaggio, e per giunta di un viaggio assai insolito: trovate che sia da pazzi partire dall’Italia e viaggiare fino alla punta più orientale della Russia e poi tornare indietro, il tutto rigorosamente in treno? Forse lo è, ma i due protagonisti ci sono riusciti.
Mi è piaciuto molto perché è riuscito a descrivere nel dettaglio un mondo quasi sconosciuto, ovvero la Siberia, conoscendolo passo dopo passo… poiché talvolta è bello viaggiare non per arrivare a destinazione, ma semplicemente per viaggiare e per sperimentare una realtà inusuale sulla propria pelle.

*       *       *

E, naturalmente, ora tocca ai peggiori!

The worst of 2012

1. Il risveglio del fuoco, Chiara Cilli
Una mary-sue coi fiocchi, personaggi piatti e stereotipati, raccontato a volontà, PoV ballerini e molti altri difetti stilistici: questo è ciò che mi ricordo de Il risveglio del fuoco. E poi confesso che i “diamanti rosa” di cui tanto parla questo libro – che poi sarebbero gli stupendi occhi della protagonista – perseguitano tuttora i miei incubi… Ricordo anche, però, che era stato un peccato, perché le premesse per realizzare una buona storia c’erano.

2. Meterra, Andrea Cisi
Nonostante l’inizio, pur non brillando per stile o per originalità, mi avesse incuriosito non poco, sono rimasta davvero delusa dallo svolgimento di questo romanzo: piatto, noioso, pesantissimo da leggere. E ancora una volta è stato un peccato, perché l’ambientazione era ben descritta e assai suggestiva… ma non sono soltanto le buone intenzioni a rendere un libro godibile, ahimè.

3. Estasia, Francesco Falconi
Forse è una delle peggiori “storielle per bimbi scemi” fatte passare per fantasy che abbia mai letto: è un tale concentrato di cliché, scopiazzature e banalità che sarebbe impossibile elencarli tutti. Lo stile utilizzato, poi, è a dir poco vergognoso: è piatto, noioso, non dà minimamente ritmo alla narrazione, e soprattutto è zeppo di ingenuità e anche di veri e propri errori. Ah, non scordiamoci del protagonista, che è quanto di più insulso e inutile possa esistere: ci credete che, durante tutta la storia, ha sempre la strada perfettamente spianata grazie al corredo di pietruzze magiche che gli hanno regalato?
Un racconto scritto da e pensato per un adolescente, certo. Io però dico che bisognerebbe vergognarsi a prendere in giro in questo modo i lettori.

4. 100 incanti, Erica Bertelegni
Trovo che un’idea del genere sia carina, ma come dico sempre, ahimè, non basta avere una buona idea per scrivere un buon libro. Come del resto mi aspettavo conoscendo l’età dell’autrice (13 anni), è scritto in modo acerbo e spesso infantile, con un lessico piuttosto scarno e con personaggi quasi privi di spessore psicologico. Poco male: semplicemente, Erica Bertelegni scrive proprio come ci si aspetterebbe da una normalissima tredicenne. Dopo aver visto tutta la pubblicità che è stata fatta a un autrice così giovane (a cominciare dall’adesivo sulla copertina), però, mi aspettavo qualcosa di meglio.

5. Figlie di Diana, Stefania Tuveri
Un’idea non originale (due ragazze che si scoprono streghe) e per giunta scritta con uno stile pieno di ingenuità, ma anche di errori veri e propri: stiamo parlando di consecutio temporum non rispettata, descrizioni sterili e spesso scialbe, incongruenze e contraddizioni, il solito punto di vista ballerino, ma soprattutto un sacco di chiacchiere inutili. E tutto questo senza che nemmeno il corso della storia suscitasse in me un minimo interesse.
Un altro esordio bruciato a causa della giovane età, a mio parere.

6. Sono solo mostri, Nicola Santojanni
L’idea poteva non essere male, ma è stato come l’autore l’ha sviluppata che non mi è piaciuto per nulla: così com’è, ha lo stile e le situazioni tipiche di una fanfiction scritta da una 13enne… anzi, ho letto fanfiction di 13enni scritte decisamente meglio!
Non ho davvero idea di cosa frullasse per la testa di Erri De Luca quando ha scritto la prefazione (se non ricordo male, inoltre, è stato grazie a lui che Santojanni è arrivato alla Feltrinelli), ma per quanto mi riguarda un libro del genere è davvero illeggibile.

7. La stirpe del vento, Matthias Graziani
Un libro che non può mancare nella libreria di un aspirante autore di fantasy: è un perfetto manuale per come non bisognerebbe scrivere fantasy a dir poco perfetto! Qui si trova di tutto: dalle descrizioni noiose e sature di avverbi e aggettivi agli infodump; dai cambi di PoV al raccontato; dai personaggi scialbi a un numero imprecisati di stereotipi del genere. E soprattutto la NOIA suprema. Come mai, allora, ci sono tanti sedicenti estimatori del fantasy che lo giudicano un capolavoro della letteratura? Mah, mistero. So soltanto che ho perso il conto di quante volte mi sono ritrovata a sbadigliarci in mezzo.


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