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TESTATO SU
PC
Genere: Avventura Grafica
Sviluppatore: Wadjet Eye Games
Produttore: Wadjet Eye Games
Distributore: Digital Delivery
Lingua: Inglese
Giocatori: 1
Data di uscita: 24/04/2014
Dave Gilbert e Wadjet Eye Games, dopo otto anni dal primo capitolo della serie Blackwell ed ulteriori tre capitoli arrivati in formato digitale con cadenza irregolare, pochi giorni fa hanno finalmente rilasciato il quinto ed ultimo titolo di una delle serie di avventure grafiche più apprezzate di sempre dagli intenditori del genere, The Blackwell Epiphany. L’ultima avventura di Rosa Blackwell e Joey Mallone, come vedremo, si conferma un prodotto delizioso, che amplia e riprende tante delle meccaniche viste in precedenza per creare un mix straordinario: trama e vicende di gioco, personaggi ed enigmi, tutto è al posto giusto, per un videogioco che tenta di sfruttare i canoni dei punta-e-clicca d’un tempo, rielaborando su di essi i ricordi del passato avventuriero di ciascuno di noi per amalgamarli con qualcosa di attuale e di nuovo, che danno forza al racconto e fanno apparire ogni singolo particolare privo di sbavature.
L’avventura di Dave Gilbert inizia nell’ormai lontano 2006, quando con The Shivah e successivamente con The Blackwell Legacy – primo capitolo della serie – mise in mostra tutto il suo potenziale. Da quell’esordio di certo non passato in secondo piano, il lavoro dello sviluppatore è andato via via intensificandosi, anche come publisher. Grazie alla fondazione della società Wadjet Eye Games, non soltanto Dave ha rilasciato altri tre capitoli della serie The Blackwell (più il quinto qui analizzato), ma ha dato una mano a tanti altri developers indipendenti per la pubblicazione di titoli quali Puzzle Bots, Da New Guys, Gemini Rue, Primordia, Resonance. Titoli che gli amanti dei punta-e-clicca conoscono e non hanno di certo dimenticato. A distanza di tre anni dal quarto capitolo, e messa su famiglia, Gilbert ha finalmente deciso di rilasciare quello che è il capitolo conclusivo della storia di amicizia tra Rosa e Joey: una giornalista dai capelli rossi ed il suo spirito guida. Prima di entrare nei dettagli urge fare una premessa: per godere appieno di Epiphany vanno assolutamente giocati i precedenti episodi, in ogni caso non faremo alcun tipo di spoiler sulle vicende clou introdotte in quest’avventura, limitandoci a dare appena qualche spunto di storia.
Come nei capitoli precedenti, in Epiphany sono ben due i protagonisti giocabili (in realtà quattro, ma due di questi saranno giocabili per brevi intervalli di tempo) da alternare in base agli enigmi ed alle situazioni di gioco, e le basi storiche della serie si ergono su particolari soprannaturali: Joey Mallone è lo spirito guida della famiglia Blackwell che ha accompagnato, assieme alla nonna ed alla zia di Rosa, decine e decine di spiriti inquieti, rimasti per questo o quell’altro motivo ancorati alla vita terrena e mai introdotti nell’aldilà; fin quando arrivò il turno di Rosa, inizialmente traumatizzata dallo spirito di cui mai nessuno le aveva parlato. Il principio in Epiphany è lo stesso, coi due protagonisti chiamati alla risoluzione di un caso che, come le almeno cinque ore di gioco testimonieranno, si rivelerà più intricato di quanto inizialmente previsto. In un procedere sostenuto, anche grazie alla bontà degli enigmi ben inseriti e che rendono le fasi di gioco sempre stuzzicanti, saranno diversi i colpi di scena da vivere, l’ultimo dei quali ribalterà del tutto le aspettative di un finale classico, della serie “vissero felici e contenti”. I dialoghi, totalmente in inglese e senza sottotitoli in italiano, come da tradizione, accompagnano ottimamente le vicende di gioco che vanno così ad approfondirsi con particolari scottanti e sconcertanti, mentre numerosi e vari rompicapi, coinvolgenti al punto giusto e che prevedono l’utilizzo di oggetti da raccogliere, la ricerca di dati su internet ed interrogatori, fanno crescere la qualità dell’intrattenimento offerto dallo sviluppatore. La possibilità di alternare i personaggi giocabili, inoltre, fa sì che si possano approcciare in maniera diversa le situazioni, confrontando così i dati raccolti; allo stesso tempo, Joey si rivelerà molto utile qualora dei terzi negassero aiuto alle richieste di informazioni da parte di Rosa, potendo attraversare porte e scrutare oggetti e punti di interesse probabilmente necessari per avanzare nella risoluzione del caso. Non solo, perché se Rosa (nome intero, Rosangela) potrà effettuare ricerche tramite il suo smartphone, lo spirito Joey potrà contare sul classico potere che gli permette di spostare alcuni oggetti: il soffio, che si rivelerà particolarmente utile per la raccolta di strumenti tenuti in luoghi inaccessibili a Rosa, ma non ad uno spirito invisibile a quasi ogni essere umano.
L’evoluzione delle vicende sorprende e colpisce il videogiocatore in più di qualche circostanza, tanto che i due ottimi personaggi già conosciuti in passato seguono un percorso di crescita ben evidente, nonostante già il buon numero di release che li ha visti protagonisti, e non sono da meno i comprimari che mai come in questo capitolo ricoprono un ruolo chiave in tutta la vicenda di gioco. Così, il tempo richiesto per arrivare ai titoli di coda consentirà di apprezzarne ogni loro singola sfumatura, testimonianza dell’egregio lavoro svolto in fase di scrittura che ha permesso a The Blackwell Epiphany di spiccare non solo per una trama accattivante, ma anche per un cast di personaggi – primari e secondari – che non mostrano mai il fianco e che ben mettono in risalto i loro stati d’animo, anche grazie ad una ottima qualità del doppiaggio; comparto audio che diventa stupefacente per quel che concerne la colonna sonora, da sempre un tratto distintivo della serie.
Bene anche le location proposte, di buon numero, che trovano un punto in comune coi predecessori soltanto in quella dell’appartamento di Rosa – comunque qui proposta con una angolazione diversa – mentre le strade innevate, la Grace Church e tanti altri particolari rendono il gioco un piccolo gioiello realizzato interamente in pixel art. Fantastica la possibilità di giocare il titolo con il commento dello sviluppatore attivato, che donerà tanti spunti interessanti ad ogni avventuriero desideroso di saperne di più, e aggiunge ulteriore carne al fuoco ad un titolo che – come raramente accade – è riuscito (e riuscirà) ad accontentare tutti i fan per quanto mostrato nel finale. La scarsità di fondi con cui è stato sviluppato è comunque evidente in un paio di aspetti, come la scelta di un motore grafico freeware – l’Adventure Game Studio – e la risoluzione massima bloccata verso il basso, che obbligano a scendere a compromessi, giocando il titolo in finestra ad esempio, molto meglio che usufruirne a schermo intero optando per un intervento sulle proporzioni che a nostro avviso non rende sufficientemente bene rispetto a quella base, grazie alla quale è possibile godere di un comparto visivo di pregio, nel suo piccolo.
The Blackwell Epiphany è il finale perfetto per una serie che negli anni è andata via via migliorando, per trama, caratterizzazione dei personaggi e longevità. Un addio malinconico, forse, per i fan del titolo di Dave Gilbert, che chiude definitivamente le vicende di Rosa e Joey mettendo in enorme risalto quanto poco basti – in termini di risorse economiche, sia chiaro – per confezionare un'avventura grafica solida, con una trama e dei personaggi ottimi, degli enigmi piacevoli seppur non complicati, che incentivano l'immersione nel gioco, ed una soundtrack come sempre eccezionale. Alcuni potrebbero obiettare sul comparto grafico in stile pixel art, tra l'altro splendidamente realizzato, o della bassa risoluzione a cui il titolo è vincolato: sciocchezze, in fin dei conti, considerando il basso budget con cui è stato sviluppato e la grande qualità evidenziata su tutti i restanti aspetti. Se amate il genere e non vi siete ancora avvicinati a questa produzione, non possiamo che consigliarvi l'acquisto di tutta la serie, non solo del capitolo Epiphany; impossibile rimanerne delusi. ZVOTO 8.5