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“The Clothes I Bought During Cancer”, una poesia di Anthony Wilson tradotta da Sonia Caporossi

Creato il 13 novembre 2015 da Criticaimpura @CriticaImpura
Anthony WilsonFoto di Anthony Wilson per la raccolta “Riddance” (Worple Press 2012)

Di ANTHONY WILSON

traduzione di SONIA CAPOROSSI

Premessa

Sono lieta di tradurre per la prima volta in Italia un’intensa poesia autobiografica di Anthony Wilson, poeta e ricercatore britannico nel campo della poesia applicata all’educazione, senior lecturer alla Graduate School of Education dell’Università di Exeter, autore di libri, articoli scientifici e seminari universitari di poesia nel Regno Unito, promotore della rivista online di poesia Canto

Spero che questo piccolo contributo possa far conoscere un minimo la sua figura nell’angusto panorama di nicchia della poesia italiana, spesso troppo oberata dal peso della propria contemplazione allo specchio per poter gettare uno sguardo fuori dalla finestra. Il monito, insomma, è un po’ alla Madame De Staël: “Dovrebbero a mio avviso gl’italiani tradurre diligentemente assai delle recenti poesie inglesi e tedesche; onde mostrare qualche novità a’ loro cittadini.” (Madame de Staël, Sulla maniera e la utilità delle Traduzioni, 1816, trad. italiana di Pietro Giordani). 

Buona lettura.

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The Clothes I Bought During Cancer *

The Clothes I Bought During Cancer

were soft and wrinkle-free

shrouding my yellowing skin

and expanding waistline

in billowy folds

rendering them invisible as after giving birth.

Though I would struggle for breath on their stairs

I shuffled along shop-front shadows,

ogling drawstring trousers

and collarless cheesecloth shirts

with stripes I hoped were slimming.

Doubletake after doubletake

I’d catch myself staring back

as if waiting for the flash at a wedding,

my grin so compliant it hurt,

my hair short for fashion not necessity.

(Anthony Wilson)

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I vestiti che ho comprato quando avevo il cancro

I vestiti che ho comprato quando avevo il cancro

erano morbidi e senza le pieghe

che avvolgevano la mia pelle ingiallita

e il girovita in espansione

in grinze ondose

rendendole invisibili come dopo il parto.

Nonostante faticassi

a respirare sulle scale

mi trascinai lungo le vetrine dei negozi,

occhieggiando pantaloni a righe

e camicie di cotone senza collo

con strisce che speravo dimagrenti.

Un’occhiata dopo l’altra

mi sarei sorpreso a ricambiare il mio sguardo

come aspettando un flash a un matrimonio,

il sorriso compiacente da star male,

i capelli corti per moda, non per necessità.

(Traduzione di Sonia Caporossi)

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* Poesia tratta dal libro Riddance (Worple Press 2012)

http://anthonywilsonpoetry.com/


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