Dopo la "pausa" di Inception, Christopher Nolan conclude - almeno per quanto lo riguarda - la saga iniziata con Batman Begins. Non si può negare che il franchise sia caratterizzato da una forte impronta autoriale di Nolan stesso che ha colto l'occasione per sviluppare alcuni dei temi che gli sono cari, in primo luogo quello dell'identità. Il Batman-Bruce Wayne ben interpretato da Christian Bale è - volutamente - uno dei più "realistici"di sempre. Ben ancorato alla cronaca degli ultimi tempi, è un Batman pieno di dubbi e paure: inadeguatezza, dolore, perdita e non - ultima - la paura di restare prigionieri delle proprie stesse paure.
Meno male che i numerosi gadget tecnologici di cui dispone distraggono un po' dalla cupezza dell'atmosfera.
Nolan pesca un po' alla rinfusa dalla cronaca più o meno recente: un po' di 11 settembre, la crisi economica, il terrorismo, che dapprima crediamo manovrato dal potere finanziario, mentre nel prosieguo si scopre che è il contrario (un po' inquietante, no?). Un, almeno io ce l'ho visto, alla vicende di Occupy Wall Street, in cui le vittime della crisi, abilmente aizzate. Visto che siamo in un fumetto si finisce per sconfinare in una sorta di rivoluzione alla francese in cui i ricchi vengono giustiziati da una folla affamata di vendetta (e guidata dallo "Spaventapasseri" Cillian Murphy, personaggio minore ma presente in tutti e tre i film), ma che non può o non sa profittare delle ricchezze "confiscate", in una distruzione che non è per nulla creatrice e non diventa mai una vera alternativa.
Per il gran finale della saga Nolan ed il fratello Jonathan, sempre con l'aiuto dell'esperto David S. Goyer, costruiscono una sceneggiatura in cui a Batman fanno da contraltare due cattivi: il principale, Bane (Tom Hardy, efficace anche con la maschera) è caratterizzato da un fisico a dir poco preponderante e dall'assenza di punti deboli psicologici. Non teme nulla perché non desidera nulla al di fuori della distruzione. Il secondo vilain è l'immancabile Catwoman interpretata da Anne Hathaway, che a dispetto dei dubbi della vigilia dimostra personalità nel ruolo: meno sorniona e più muscolare delle attrici che l'hanno preceduta nel ruolo, è molto felina nella totale noncuranza per chi è altro da sè. Sul fatto che potesse efficacemente indossare la tutina nera con gli occhiali-orecchie da gatta invece non c'erano dubbi e infatti fa una gran figura.
Se si volesse cercare un motto che racchiude tutto il dipanarsi della vicenda non potrebbe che essere Cherchez la femme. Le donne sono sempre il motore immobile delle vicende. Wayne vive nel ricordo di Rachel (che pure aveva scelto Dent, e lui lo sa), e non riesce a stabilire un rapporto chiaro nè con Miranda Tate (Marion Cotillard, non riesce a risaltare quanto meriterebbe in un personaggio fatto di misura e pacatezza) nè con la sfuggente Selina Kyle, come se non sapesse decidersi se invitarla a cena o spaccarle il grugno.
Il cast è composto quasi esclusivamente di attori con cui Nolan ha già lavorato fra cui molti britannici (Nolan è di padre inglese). Christian Bale si conferma un Bruce Wayne sofferente e spesso inadeguato, forse la vera chiave del successo della serie, ecco magari avrei evitato la "voce da Batman", che fra l'altro nei dialoghi con il museruolato Bane può essere fonte di involontaria comicità. Tom Hardy è sacrificato dietro alla maschera, però ha una presenza fisica esorbitante e una inquietante luce di spietata follia negli occhi. Michael Caine è sempre un Alfred paterno al punto da farsi da parte come extrema ratio per salvare il suo pupillo. Gary Oldman, patisce un po' il fatto di doverci inevitabilente essere come Commissario Gordon, la sua parte è decisamente ridimensionata rispetto ai precedenti capitoli. Ritroverete Morgan Freeman nel ruolo di Lucius Fox, compaiono inoltre un Mattew Modine piuttosto invecchiato e James Gordon-Levitt in un ruolo minore eppure fondamentale.
La fotografia, come in tutti i film di Nolan, è firmata da Wally Pfister, che gira in IMAX, cioè utilizzando speciali camere a pellicola con una risoluzione elevatissima. La produzione avrebbe preferito che il film fosse girato in 3D, ma regista e direttore della fotografia hanno preferito questa soluzione, che quanto a spettacolarità non lascia nulla a desiderare, particolarmente nelle panoramiche di Gotham City, davvero bellissime e nella scena aerea all'inizio del film.
Secondo me la difficoltà di fare il film che conclude una serie sta nel lasciare tutti i tasselli in equilibrio, il che non è sempre un bene per la sceneggiatura. Il film comunque pur essendo lungo quasi tre ore è spettacolare e divertente nelle scene d'azione. I difetti sono quelli dei film di Nolan: l'eccesso di verbosità dei personaggi ("ora ti farò male, ti ridurrò in povertà e ti segregherò in un paese lontano, ma non senza spiegarti le vicende che mi portano a farti tutto ciò") e le sottotrame un tantino troppo lunghe, come nella storia della prigione.
Alla fine è una degna conclusione, ma consigliata solo a chi ha già visto i primi due capitoli (e magari si è fatto di recente un ripasso del secondo).