Questa è la storia di Dan e Karen e della loro figlia Katie, loro secondogenita , che ha appena finito il liceo nonostante l'importante deficit di vista e del 90 % dell'udito, e di come quando loro figlia era piccola riuscirono a tirare su dal nulla Camp Sundown, un luogo di aggregazione dei malati di xeroderma pigmentosum e dei loro familiari, un luogo in cui vivere la notte e cavalcarla fino in fondo per dimenticare , almeno per un breve periodo, l'isolamento a cui sono costretti per la maggior parte dell'anno.E l'isolamento uccide ancora prima della malattia.Da genitore mi si stringe il cuore quando vedo al cinema trattare storie di bambini che devono combattere contro malattie infide, invalidanti e mortali come lo xeroderma pigmentosum.E so anche che cosa vuol dire l'isolamento forzato per un bambino che di giorno, nel pieno della canicola estiva deve andare in giro coperto dalla cima dei capelli alla punta dei piedi e ciò non è neanche sufficiente per evitare i rischi di ustioni.Ecco perché i bambini , i soggetti affetti da questa malattia, sono costretti a vivere di notte,Nel mio piccolo sto capendo anche io la bruttezza della sensazione dell'isolamento che possono provare questi bambini, perché anche mia figlia la sta provando, non per una malattia del genere,
E' uno di quei film che dovrebbe essere proiettato nelle scuole per mostrare che cosa può provocare l'isolamento e soprattutto che non bisogna avere paura della diversità e della malattia, bisogna combattere per vincere e se non è possibile, allora conviverci nel modo più indolore possibile.Forse la sottolineatura con le immagini animate a volte è un po' troppo evidente , sfociando nella retorica ma è difetto piccolo in rapporto alla funzione sociale che può avere questa interessante opera che è un po' film, un po' cartone animato e un po' documentario....
( VOTO : 7 + / 10 )