Questa prevedibilità, se così si può chiamare, è dipesa dal fatto che i post-apocalittici debbano seguire delle regole non scritte... cioè, tipo, che hanno l'obbligo di essere esteticamente simili tra loro e devono avere dentro i cannibali. Siccome The Day non vuole uscire dal coro, almeno sotto questo punto di vista, segue anche lui questi due semplici impliciti dictat. Ma The Day, in qualche modo, riesce comunque a salvarsi. Come? Come mai lui si e altri no?
Ebbene The Day ci riesce adottando delle precauzioni tanto semplici quanto efficaci.
Primo: l'atmosfera. Questa è azzeccata nel suo mix tra storia, personaggi e desaturazione (=desolazione) post-apocalittica/atomica o quel che è. Secondo: la velocità di esecuzione.The Day non si concede manco un minuto in spiegozzi o quant'altro. La storia è tutta un qui e ora, con nessi e connessi (ovvero azione e reazione dei protagonisti). Terzo: ha un'attitudine nichilista (mi ha ricordato tanto La notte dei morti viventi), condita da morte e distruzione, con lampi di sangue che illuminano lo schermo... specialmente nel finale.
In definitiva sono bastati solo queste tre semplici cosucce per rendere un piccolo film come The Day bello.
Provatelo e ditemi, nel caso poi non sia di vostro gradimento il buon Eddy - per quanto mi riguarda è lui il blogger alfa che l'ha segnalato - sarà ben felice di rimborsarvi.
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