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“The Department”, romanzo distopico in adozione (dal finale soddisfacente)

Creato il 29 giugno 2015 da Scrid
Posted on 29 giugno 2015 by in Autori, e-book | Leave a comment

Cosa fai quando sei appassionato di romanzi di genere, ma di nessuno di quelli che leggi ti soddisfa il finale? Bhe… se sei capace, ne scrivi uno tu, scrivi esattamente il libro che vorresti leggere, reinventandoti un finale soddisfacente. Ed è proprio così che è stato concepito “The Department”, l’Ebook in Adozione del mese.

“Scritto di getto in due mesi e rimasto in attesa di proposte da Case Editrici per 6 mesi”, mi spiega l’autrice Sara M. “Dopo i primi contratti a pagamento ricevuti e dopo essermi fatta tutta una cultura sui vari contratti, sugli EAP e sulle varie possibilità per pubblicare, sono arrivate anche due proposte non a pagamento. Ho quindi pensato che qualcosa di buono avevo scritto, ma dopo aver valutato le possibilità e gli sbocchi che avrebbe potuto darmi una CE medio-piccola ho optato per l’auto pubblicazione. In questo modo non sono vincolata per almeno 2-3 anni a un editore, ho io il controllo diretto su qualsiasi aspetto della mia ‘creatura'”.

The Department

Department Copertina

Megan, diciassette anni e una forte personalità. Troppo forte per piegarsi alle regole imposte dal Dipartimento che da cento anni, dopo la grande guerra del 2019, mantengono una pace forzata. Dieci Distaccamenti, ciascuno specializzato in un’attività, con un insieme di leggi che non lasciano spazio a scelte personali né tanto meno a sentimenti che possano minare questa finta serenità. Ma Megan non ci sta, lei vuole poter scegliere anche a costo del suo stesso futuro e prende la sua decisione.
Amicizia, amore, tradimento e passione si intrecciano in questo romanzo sulla libertà e sulla faticosa lotta per riconquistarla. Perché avere una scelta, una vera scelta, rende tutti migliori.
Sulla scia di best seller come “Divergent” e “The Hunger Games”, questo romanzo vi proietterà in un mondo dove niente è come sembra e dove il futuro dei protagonisti dipende solo da loro stessi.

Per tutti gli appassionati delle trilogie citate, The Department risulterà sicuramente una lettura interessante, essendo comunque un romanzo distopico, quindi con delle linee guida uguali. E sono certa che tra di voi ci sarà il lettore che farà partire il passaparola su questa storia, così come è nel desiderio dell’autrice: “Finché sono io a pubblicizzarlo chi ci crede che è un bel libro?”, mi ha confessato.

A quanto pare tutti quelli che hanno già permesso a The Department di posizionarsi già 12° posto della top 100 nella categoria Fantascienza per ragazzi di Amazon. Volete forse essere da meno?

Un estratto:

Apro la porta della palestra e vengo accecata dal riflesso del sole che sta tramontando e che filtra dalle finestre. Ci metto un attimo a mettere a fuoco l’ambiente e mentre ancora non vedo cosa abbia di fronte, Zac mi saluta:
“Non pensavo saresti venuta”.

Mi giro verso il punto da cui mi sembra provenga la voce e lo vedo, baciato dal sole, appoggiato al palo della rete da calcetto.
“Perché non avrei dovuto?”
“Mi vengono in mente almeno una decina di motivazioni per le quali non dovresti essere qui”.
“Tra queste c’è anche quella per la quale vorrei cercare di non venire colpita di nuovo, magari in modo peggiore, da quel simpaticone del tuo amico?”
Lo vedo sorridere e mi avvio verso la rete.
“Dimmi ragazzina, come fai a essere già così brava e abile nella lotta? Non mi sembra che il Professor Hunter faccia miracoli”.
“Beh di certo meglio aver frequentato un corso, anche se con il Professor Hunter, piuttosto che niente e poi l’allenamento non mi manca affatto; aiuto mio padre al forno, tra sacchi di farina e altro, faccio pesi, addominali e resistenza in un colpo solo”.
“Bene, i presupposti ci sono, direi che possiamo iniziare ad allenarci”.

L’ora successiva vola in un baleno, Zac è un ottimo istruttore, preciso e pacato mentre mi spiega alcune posizioni che mi permettono di tenere sempre alta la guardia e aggirare l’avversario, scansando i suoi colpi.
“Domani alla stessa ora per te va bene ragazzina?”
“Direi di sì, Zac. E comunque il mio nome è Megan”.
“Lo so, ma mi piace chiamarti ragazzina”. Mi strizza l’occhio e un secondo dopo è già sfumato. Non mi abituerò mai al fatto che loro possono smaterializzarsi come, dove e quando vogliono, mentre noi dobbiamo aspettare che siano loro a farci smaterializzare.


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