Tutto è cambiato. Non esistono più le fazioni in cui era divisa la società e c'è un nuovo mondo, oltre la recinzione, che attende Tris e Quattro nel nuovo capitolo della saga, intitolato The Divergent Series: Allegiant.
Sulla scia del successo dei capitoli precedenti arriva al cinema The Divergent Series: Allegiant, tratto dal terzo romanzo della saga letteraria della scrittrice statunitense Veronica Roth. Come da copione anche questa saga distopica, che fa l'occhiolino ad Hunger Games e Maze Runner, inserendo nella narrazione elementi tipici di queste due saghe post apocalittiche, vedrà l'ultimo capitolo diviso in due film, il primo in uscita l'8 marzo in anteprima mondiale in Italia.
Liberamente tratto dal romanzo, e decisamente meno incline a seguirne la storia, non trasponendo per filo e per segno ogni parola o avvenimento, nella prima parte dell'epilogo della saga ritroviamo i protagonisti Beatrice "Tris" Prior ( Shailene Woodley) e Tobias "Quattro" Eaton ( Theo James) alle prese con un mondo diverso da quello introdotto nei primi due film, Divergent e Insurgent.
Propriamente non esistono più le cinque fazioni in cui la società si strutturava, vale a dire Eruditi, Abneganti, Candidi, Pacifici e Intrepidi. Ogni individuo veniva classificato all'interno di una delle fazioni mediante un test, in base al quale il candidato era indirizzato verso il gruppo più affine alle proprie caratteristiche caratteriali. In ogni caso si poteva appartenere solamente ad una fazione, se non si superava il test per entrare a far parte di una di esse si viveva da esclusi ai margini della società. Tris però aveva dato prova, come altri, di non appartenere ad una sola fazione, di essere dunque una divergente, mostrando una caratteristica che in Allegiant diventa peculiare. Questo ruolo assurge un ruolo fondamentale nella società al termine di Insurgent, quando viene divulgato un messaggio da Edith Prior (antenata di Tris) che annunciava come la città fosse in realtà un esperimento per bilanciare gli equilibri ormai perduti nel mondo al di là della recinzione. L'universo conosciuto si espande, c'è un mondo oltre la barriera, che Tris e Quattro sono pronti ad affrontare.
Errare è umano
Non si può programmare il genoma umano, questa è una verità universalmente riconosciuta. Mai giocare a fare Dio. L'errore in questo caso è stato compiuto circa due secoli prima dell'inizio della storia di Tris, quando un gruppo di scienziati aveva scoperto il modo per programmare il DNA umano, scegliendo solo il meglio per ogni individuo. "Perché sperare in un destino migliore quando si può programmarlo?", il lato negativo è che le differenze tra gli individui diventarono molto più aspre, così come i conflitti, portando gli estremisti a scontrarsi e a ridurre il mondo in un sito post nucleare, più simile a Marte che al pianeta su cui oggi viviamo.
Se programmare non è dunque possibile, come riportare l'umanità alla sua purezza? Al suo mix imperfetto di varianti? Con un altro esperimento, quello in atto nella città di Chicago, dove vivono appunto Tris e Quattro, divisa in fazioni per riportare l'ordine e generare i divergenti. Una volta fuggiti dalle mura della città è questo che i nostri protagonisti scoprono da David ( Jeff Daniels), il leader del Dipartimento di Sanità Genetica, che ha il compito di monitorare l'esperimento.
Veniamo inoltre a conoscenza dell'esistenza di un Consiglio di base a Portland (l'unica città sopravvissuta all'olocausto atomico oltre Chicago) che supervisiona il progetto da lontano. David è dunque al controllo dell'operazione e controlla le vite degli abitanti di Chicago dalla base vicina, situata dove una volta sorgeva l'aeroporto Chicago-O'Hare. Ha seguito le vicende di Tris sin dalla sua nascita, ed è entusiasta di poterla esaminare da vicino, lei che è si divergente, ma a differenza degli altri nati all'interno di Chicago è pura, e non danneggiata. L'obiettivo dell'esperimento infatti è proprio quello selezionare geni puri, non danneggiati, al fine di migliorare il genere umano.
Bianco e nero
Il bianco è per antonomasia il colore della purezza, e dell'innocenza. Qui il bianco diventa sinonimo di sistema, di oppressione, di precisione e di volontà di controllo su ciò che per natura è incontrollabile, l'uomo. Quando Tris scopre di non essere danneggiata viene vestita di bianco, perché è lei la pura rispetto al resto del gruppo, ma i vestiti candidi le coprono i tatuaggi da divergente che ha sul petto. La sua evasione, e al contempo, il suo ricordo della vita precedente. Quando intuisce che c'è qualcosa di profondamente sbagliato e razzista, nel sistema di discriminazione che trova fuori dalle mura della sua città, ed è pronta a combattere, torna a vestire di nero, e i tatuaggi tornano visibili, come un canto di libertà impresso sulla pelle.
Amore e Fratellanza
Se in Insurgent la storia d'amore tra Tris e Quattro si sviluppa, in Allegiant si consolida, affrontando anche la prima crisi. Ma non c'è solo amore, fratellanza e amicizia diventano centrali. In particolare il rapporto con il fratello traditore Caleb Prior ( Ansel Elgort) e lo scontro con Peter Hayes ( Miles Teller). Oltre a Shailene Woodley sono loro due che dominano con le loro interpretazioni nel comparto dei "giovani", a dispetto di Theo James, che guadagna punti nella recitazione rispetto i due capitoli precedenti, ma che rimane sempre rilegato alla sfera dell'uomo oggetto, scivolando troppo spesso tra una maglietta bagnata e un muscolo in evidenza di troppo (che ovviamente non guastano mai). La mancanza di Kate Winslet, la perfida Jeanine leader degli Eruditi, si fa sentire, ma è ben compensata dall'ottima interpretazione di Naomi Watts nei panni di Evelyn Johnson (madre di Quattro e leader degli Esclusi) e di David, a capo di questa nuova società che si apre agli occhi dei protagonisti, interpretato dal sempre ottimo Jeff Daniels.
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