Personalmente trovo gli XTC uno dei massimi gruppi di sempre, chi mi segue conosce già la mia devozione verso di loro.
Ma oggi non voglio parlare di loro bensì dei loro alter-ego.
THE DUKES OF STRATOSPHEAR a ben guardare sono una specie di valvola di sfogo, in cui Partridge e Moulding (ma anche Gregory è un membro a tutti gli effetti via) hanno sempre riversato le loro ubbie psichedeliche, i loro liquidi amniotici, le loro aspirazione; che però suonano terribilmente "sixties", per un gruppo che ha sfondato nel nervosismo del post punk è che ha raggiunto le vette principali nel corso degli anni '80 con un pop sempre più cesellato ai limiti della perfezione.
Considerando i Beatles non di questo mondo, sono gli XTC la migliore pop band di sempre.
E come poter immergersi in atmosfere lisergiche e deformate con questo marchio cucito addosso?
Semplice. Cambiando nome, brand, posizionamento.
I dischi dei Dukes non sono divertissement, sono semplicemente quello che gli XTC sarebbero stati se fossero vissuti artisticamente negli anni '60.
Bello eh, come concetto? Una finzione vera.
Rifai te stesso come se avessi vissuto in un'altra epoca, come se Making plans for Nigel e Helicopter non avessero dato la stura ad una delle avventure musicali più belle di tutti i tempi.
Spero che chi non conosceva questo lato dei ragazzi di Swindon possa apprezzarne l'intento e le sfumature, veramente pregevoli.
Alla prossima.