The family’s tale

Creato il 17 ottobre 2014 da Timetobe

Vanessa, no scusate #bevanessa riesce sempre e dico sempre a sorprendermi. Che lei parli di giacche, di scarpe o dei gelati riesce ad andare “oltre” a mostrare nuovi volti di realtà più o meno conosciute…

Si, #bevanessa é la prima delle penne di TIMEtoBE magazine e ogni volta mi sorprende.

https://timetobemagazine.files.wordpress.com/2014/10/doris-day-que-sera-sera-whatever-will-be-will-be.mp3

Come tutti i racconti che si rispettino anche questo deve iniziare con “C’era una volta…”!
Ma qui non stiamo parlando di principesse, castelli e cavalli bianchi. Questa è la storia di 5 fratelli, di un sogno e di una realtà.

Erano gli Anni ’60 quando questi giovani ragazzi italiani, uniti dalla tenacia di voler trovare un futuro migliore, decidono di lasciare il Bel Paese e di trasferirsi in una fredda città del nord Europa. Dalla loro avevano tanta volontà, il desiderio di una possibilità economica migliore e un’idea. L’idea che sarebbe diventata il fulcro della loro vita. Su queste poche ma stabili premesse prende vita una piccola attività, umile e familiare: è così che, nel 1966, nel cuore di Berlino Ovest la Famiglia Da Dalt inaugura la prima gelateria Eis Da Dalt, da allora simbolo del Made in Italy gastronomico nelle vie della capitale tedesca.

L’ingrediente magico di questa favola è sicuramente il gelato, prodotto culinario di antica origine, è riduttivo definirlo dessert. Pare che si parli di una forma primordiale di questa delizia già nella Bibbia, dove si narra che Dio dissetasse il suo popolo con del latte misto alla neve e a del miele. Ciò di cui siamo certi è che l’etimologia di “sorbetto” derivi dall’arabo “sherbet” e che siano stati gli Arabi stessi a farlo approdare nell’arte culinaria europea dopo il Medioevo.

Ma già in epoca romana andava di gran voga deliziarsi con succhi di frutta serviti ghiacciati, tanto che nel palazzo di Nerone, si dice, non dovevano mai mancare blocchi di ghiaccio per far si che fosse soddisfatta la sua ghiottoneria. Bisogna, però, approdare alla Corte di Re Sole, nella Francia del XVII secolo, per assistere all’apertura

della prima gelateria della storia. Nel 1686, infatti, Francesco Procopio dei Coltelli, un cuoco siciliano, apre a Parigi il Café Procope, dove veniva servita una grande varietà di questa miscela gelata, reputata dai parigini un prodotto di alta qualità. Una delle prime rivendite commerciali di gelato italiane, invece, risale al 1884, quando cominciò la sua attività la gelateria Pepino a Torino. Tale rivendita fu certamente la prima nel nord Italia a portare il gelato a un livello popolare e l’unica a potersi fregiare dei Brevetti di Fornitore di Casa Reale.
Tra le varie scuole che si sono distinte nel tempo per la fabbricazione del gelato, merita sicuramente citazione quella veneta, che si è saputa far riconoscere in tutto il mondo.

E l’accuratezza e la qualità del prodotto delle gelaterie Da Dalt ne sono da sempre un emblema: rinomate e apprezzate proprio e prevalentemente per l’artigianalità e la naturalezza del gelato servito, devono il loro successo alla maestria gelatiera tipica veneta. Un’arte che i protagonisti di questa storia hanno saputo valorizzare al meglio durante gli ultimi decenni dello scorso millennio.

Ne è testimonianza il rapido diffondersi di punti vendita per le vie di Berlino: quartieri differenti, viali rinomati o isolati residenziali, centri commerciali o strade pedonali lungo i laghi. Nonostante l’eterogeneità dei posti in cui veniva aperto un nuovo “Eisladen”, ad accomunarli erano sempre un’insegna luminosa affissa sopra la vetrina e una bandiera dai colori italiani, sventolata dal vento “stuzzicarello” berlinese. Ma, soprattutto, a fare la differenza e a creare un’immagine familiare erano i volti sorridenti, i modi gentili e solari dei fratelli Da Dalt, delle loro famiglie e dei loro collaboratori, che hanno saputo conquistarsi la stima, la fiducia e la fidelizzazione dei loro clienti.

Così negli anni questi piccoli negozi sono stati rappresentanti e testimoni del rapido sviluppo tecnologico del settore e nelle vecchie fotografie in bianco e nero gelosamente custodite nei retrobottega ne viene testimoniata l’evoluzione: dagli arredamenti sobri e austeri dei primissimi anni si è passati allo sfarzo dei banconi e delle vetrine gelato degli anni ’80, fino al colore e al lusso che adornavano i negozi e i laboratori a inizio millennio. E anche il gelato stesso cambiava, si adeguava alle esigenze, ai gusti, alle preferenze, seguiva lo stile, il progresso, le mode, ma manteneva sempre quella sua caratteristica primordiale di artigianalità che ha contribuito a mantenerlo un prodotto in auge ancora oggi.

A differenza di tutte le altre favole questa, però, non si conclude con un banale “e vissero felici e contenti”! La storia continua…E dopo l’esordio di una prima generazione, di un passato fatto di grandi cambiamenti, si è ormai approdati a una nuova era, si è iniziato a passare il testimone a coloro che sono nati nel bel mezzo di questa storia, che sono cresciuti nei laboratori di queste gelaterie mentre i genitori erano indaffarati a servire infinite porzioni di gelato, che giocavano all’interno dei cartoni dei coni trasformati per l’evenienza in box.

Coloro a cui, prima di dormire, venivano raccontate le avventure di questi 5 fratelli alla conquista della Germania come fossero state storie distanti, di un passato lontano, mentre invece impregnavano l’aria che respiravano, costituivano il loro DNA.

E così c’è un oggi, l’epoca dei figli, dei discendenti. C’è un mondo andato talmente avanti, che ha già assaporato tutto, che vuole tornare indietro, vuole riassaporare i gusti all’origine, i sapori naturali, i colori tenui… Si spengono i neon e si riaccende un’atmosfera intima e familiare. L’atmosfera che si respira appena si varca la soglia di Eis To Go Da Dalt, uno dei primi punti vendita di questa seconda generazione, aperto da qualche mese sempre a Berlino: un nuovo concept, una nuova immagine, ma lo stesso filo conduttore che lega profondamente nell’anima tutte le gelaterie Da Dalt, dal 1966 a quelle future.

L’amore per il gelato.

#BEVANESSA

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