“Un gruppo di reietti del liceo decidono di vendicarsi degli studenti che li tormentano. Un party, organizzato all’interno di una vecchia abitazione, diverrà il luogo deputato a consumare l’agognata condanna”
Il soggetto, firmato da Jason Kabolati (Pendulum, Mad Bad), affronta senza mezzi termini un tema caro, seppur abusato, dell’immaginario scolastico americano tutto sesso e spiritosaggini: i cosiddetti nerd, reietti sgobboni perennemente con la testa sui libri e le dita sulla tastiera del proprio PC, vittime di continue vessazioni da parte dell’elite liceale di turno. Il rischio didascalico è dietro l’angolo, tuttavia Stewart costruisce l’inarrestabile tensione con inusuale premura per i giovani protagonisti ai quali, in maniera corale, attribuisce un corredo sociale per nulla banale, esplicativo e soprattutto originale.
Il quotidiano incubo scolastico, la passione viscerale per il cinema dell’orrore e la totale sfiducia in una possibile “risurrezione” conduce i ragazzi verso la più drastica, nichilista delle soluzioni che una realtà visceralmente competitiva ed arrivista offre loro: il castigo fisico di chi li ha fatti tribolare, divenendo loro stessi giudici ed aguzzini. Purtroppo ciò che poteva divenire una pellicola scorretta e provocatoria fino al midollo si rivela, nell’epilogo accomodante, una generica invettiva nei confronti dell’istituzione scolastica statunitense, accompagnata peraltro da una morale camuffata che colpevolizza l’uso indiscriminato della violenza per difendere i propri diritti.
Un pistolotto la cui assenza avrebbe giovato non poco ad un prodotto brillante come The Final.
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