Origine: USA
Anno: 2014Episodi: 15
La trama (con parole mie): l'ex detective Ryan Hardy, archiviati i tragici eventi che lo hanno portato al confronto apparentemente definitivo con la sua nemesi, il serial killer Joe Carroll, ha cercato di lasciarsi alle spalle cicatrici, alcolismo ed ossessioni per quasi un anno quando, mascherati proprio da Carroll, misteriosi individui fanno irruzione nella metropolitana di New York per uccidere arbitrariamente passeggeri scelti in modo casuale.
E' l'inizio del ritorno di un incubo che vede Hardy trovarsi ai ferri corti con l'FBI e reclutato segretamente dalla CIA per dare la caccia non soltanto ad una nuova setta di psicopatici, ma anche al "redivivo" Joe, pronto a tornare a quello che l'ha reso noto dopo aver passato mesi nascosto nella campagna dell'Arkansas, prendendo il controllo di una setta e preparandosi ad un nuovo attacco al mondo.
Riuscirà Hardy a tenere testa alle numerose minacce e mantenere il suo equilibrio morale e mentale?
Ai tempi del debutto di The Following, serie pubblicizzata in pompa magna grazie alla presenza di Kevin Bacon nel ruolo di protagonista neanche si trattasse di una sorta di Se7en per piccolo schermo, ricordo quanto rimasi deluso dal risultato finale, complici una trama decisamente discutibile e la presenza di James Purefoy, uno dei canoidi meno sopportati dal sottoscritto: alle spalle quella delusione, pensai che non avrei neppure preso in considerazione l'idea di proseguire nella visione del prodotto, e dunque di lasciare la seconda stagione alla sola Julez per le sue sessioni di stiro.
A dispetto, invece, di quelle che erano le aspettative - bassissime - devo dire di essermi discretamente divertito a questo secondo giro di giostra del confronto tra l'agente Ryan Hardy ed il serial killer Joe Carroll, forse proprio perchè preparato ad affrontare non tanto un thriller serio, quanto una sorta di equivalente dei miei cari action senza pensieri trasportato nell'ambito dei "morti ammazzati", genere che in casa Ford funziona sempre parecchio.
Dunque, dal sempre tormentato Ryan Hardy di Kevin Bacon al sempre più gigioneggiante Joe Carroll di James Purefoy - che nella sua sfida alla religione ed alle sette ha quasi finito per starmi simpatico - i quindici episodi sono volati in gran scioltezza, tra improbabili epigoni dello stesso Carroll - di fatto, assistiamo all'ascesa ed alla caduta della versione femminile dello stesso Joe -, followers della nemesi del protagonista come se piovessero, evoluzioni di personaggi conosciuti nel corso della prima stagione - la riscoperta durezza del braccio destro di Hardy, interpretato da Shawn Ashmore - ed ottimi nuovi comprimari - i gemelli folli Luke e Mark -, arrivando addirittura a farmi salire un certo hype per la stagione numero tre, trainata ovviamente da un finale aperto per questa seconda.
In questo senso, The Following ha reso benissimo l'idea del prodotto mainstream senza pretese alte che non corre proprio per questo il rischio di essere sezionato ed analizzato nel dettaglio, quanto più goduto nel suo essere pane e salame: la posizione, poi, presa dagli autori che quasi sbeffeggiano senza neppure farne troppo mistero santoni, sette ed affini ha contribuito a trasformare, di fatto, un prodotto che consideravo già sull'orlo del baratro in una sorta di guilty pleasure di grana molto grossa perfetto per le cene ed al centro di uno dei nuovi tormentoni del Fordino: "Papà, cosa guardi?" "Ryan Hardy", ripetuto come al solito un paio di centinaia di volte.Non nascondo, poi, di essere curioso di come verrà sviluppata la trama con i nuovi episodi, considerati il destino di Joe e la volontà di Hardy di allontanarsi da quello che, di fatto, è stato l'incubo più grande della sua vita: e l'ombra del dubbio che Carroll abbia ragione, e che, di fatto, loro siano due facce della stessa moneta separate solo da una differente morale, mi fa pensare che il confronto sia solo all'inizio delle sue potenzialità.
Ed ora che ho ridimensionato le ambizioni e la portata della produzione di Kevin Williamson, sono perfettamente pronto a scoprirle anche io.
MrFord
"I, I follow, I follow youdeep sea, baby, I follow you
I, I follow, I follow you,
dark doom, honey. I follow you
he a message; I'm the runner.
He's the rebel; I'm the daughter waiting for you.
you're my river running high.
Run deep. Run wild."Lykke Li - "I follow rivers" -