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Riuscirà Elden Ring a vincere il premio "Game of the Year" (GOTY) ai The Game Awards?
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La notte dei The Game Awards si fa sempre più vicina e tra la lista dei nominati al premio " Game of the Year" (GOTY) spiccano nomi importantissimi come e God of War: Ragnarok. Sarà, probabilmente, un 8 dicembre molto movimentato e ricco di colpi di scena che farà parlare di sé per i diversi mesi a venire.
In questo articolo ci concentreremo su Elden Ring: videogioco action RPG realizzato dall'azienda Giapponese FromSoftware e pubblicato da Bandai Namco Entertainment per le piattaforme di Sony e Microsoft. Plurinominato ai The Game Awards nelle categorie GOTY, best game direction, best narrative e tanti altri, l'ultima creazione di Hidetaka Miyazaki merita davvero di vincere il premio come migliore gioco dell'anno?
Un accenno alla storia in vista dei The Game Awards
Elden Ring ammalia la critica e i videogiocatori fin dalla sua prima uscita, raccontando di un regno in declino intriso di corruzione e sofferenza che ha spinto i suoi sovrani - i Semidei, stirpe della Regina Marika l'Eterna - ad abbandonare la Volontà Superiore per abbracciare l' oscurità. Nell'Interregno non c'è posto per un momento di serenità: ogni luogo, personaggio ed evento non farà altro che ostacolare il Senzaluce, il personaggio principale della storia. Inoltre, sarà compito di quest'ultimo diventare Lord Ancestrale e ripristinare il mondo com'era un tempo o, in alternativa, distruggerlo per sempre.
Nell'approfondimento sulla narrazione di Elden Ring, che vi consiglio di consultare per avere un quadro completo, avevamo parlato delle difficoltà che potrebbero sopraggiungere nel corso della partita per quanto concerne la vastità del mondo di gioco, unita a una trama ben nascosta. La confusione, insieme alla sensazione di smarrimento, potrebbero giocare a sfavore dell'opera di Miyazaki, oppure elevarla grazie all'opinione della critica.
Seppur con una narrativa particolare e che affascina, il candidato al GOTY ha come avversari dei colossal videoludici con una capacità di raccontare una storia che forse non lo vedrà vittorioso in quella specifica nomination. Questo fermerà l'opera di FromSoftware dal vincere? Probabilmente no, ma andiamo per gradi.
Un gameplay avvincente basterà per vincere il GOTY?
Fin dagli albori delle loro opere, FromSoftware e Hidetaka Miyazaki si sono sempre contraddistinti per la creazione di un gameplay design di alto livello, da cui tantissimi continuano a prendere spunto ancora oggi. È indubbio che anche Elden Ring non sia da meno rispetto ai suoi predecessori: quando si parla di un Souls, anche nel caso di una premiazione importante come quella dei The Game Awards, la qualità viene sempre mostrata in molte componenti del gioco.
Il combattimento di Elden Ring è divertente e appagante; non è mai troppo frenetico e nemmeno così frustrante come nei giochi della serie Souls (o come nel particolare Sekiro: Shadow Dies Twice). Per chi si approccia per la prima volta al genere, Elden Ring non è da considerarsi così punitivo, anzi: con il giusto equipaggiamento e abilità, anche il giocatore più inesperto riesce a cavarsela per le strade dell'Interregno.
Le armi sono diverse tra loro e molte hanno un design curato nei minimi dettagli, con abilità specifiche e uniche nel loro genere. In Elden Ring, con il piacere di molti appassionati, è stata affinata la cura delle animazioni e delle abilità senza dare per scontata la giocabilità: parametro fondamentale per valutare il successo di un videogioco.
Basterà questo per far sì che Elden Ring vinca il titolo di GOTY ai The Game Awards? Ci sono tanti altri parametri da tenere in considerazione, che ora vedremo insieme, ma per il momento l'opera di FromSoftware è appagante quanto basta per aver riscosso un notevole successo anche tra i neofiti del genere.
Endgame e NG+: cavallo di battaglia per la vittoria del GOTY?
I Souls, e in particolare Elden Ring, sono giochi longevi. Certo, la mappa non è mai eccessivamente ampia, ma richiedono comunque grande concentrazione e pazienza, tanto da risultare molto intensi nelle ore in cui vengono giocati. La modalità " dying is fun (morire è divertente)" non sempre riscontra il risultato sperato, ma è anche vero che il tempo passato davanti allo schermo, durante la partita, quasi non si avverte. Proprio per questo motivo, una volta arrivati all'effettivo finale di gioco, si avverte una generale insoddisfazione che lascia l'amaro in bocca: una sensazione che assomiglia a un "voglio di più".
Poiché la difficoltà di Elden Ring sembra sia stata ridotta per incontrare anche i palati dei videogiocatori meno " hardcore", una volta che sopraggiunge l' endgame ci si ritrova con un personaggio troppo potente; quasi una divinità, di gran lunga superiore ai boss che si sottopongono alla spada del Senzaluce. Una sensazione nuova e, forse, un dispiacere per i videogiocatori più fedeli alla filosofia Souls. Questo, nell'opinione di chi scrive, potrebbe essere un punto a suo sfavore nella premiazione per il GOTY di quest'anno.
In conclusione, garantire al giocatore di continuare a vivere l'esperienza è di certo uno degli obiettivi maggiormente riusciti dall'azienda giapponese. La possibilità di scegliere quando usufruire del New Game +, una volta completato il finale, è una meccanica che permette una rigiocabilità quasi totale: mantenendo il livello raggiunto, quasi tutti gli oggetti e gli equipaggiamenti scoperti nell'esplorazione, si risolve il problema del bilanciamento della difficoltà con nemici più forti ad ogni NG+.
Elden Ring è davvero un Dark Souls 4?
Elden Ring è già stato etichettato come un Dark Souls 4 perché simile, nelle meccaniche e negli asset di gioco, ai precedenti lavori di FromSoftware: è davvero una critica sensata? Nonostante le somiglianze, alcune differenze tra la saga dei Souls ci sono, partendo soprattutto dalla componente open world che lo contraddistingue dalle opere precedenti.
Per invogliare il giocatore a esplorare una mappa vasta e colma di segreti, il team di FromSoftware ha aggiunto la possibilità di cavalcare un destriero chiamato Torrente. La creatura può essere evocata a piacimento e permette, con notevole frequenza, di risolvere degli scontri ostici solo grazie al suo aiuto. Questa dinamica, aggiunta per la prima volta solo in questa avventura, è una delle differenze più sostanziali che lo rendono diverso da presunto un quarto capitolo di Dark Souls.
L'aggiunta del crafting è un'altra novità che lo differenziano da un qualunque altro Souls. La presenza delle ceneri di guerra, in grado di potenziare le armi donando abilità speciali, rende l'esperienza di ogni giocatore diversa dalle altre. Se non siete ancora convinti, accenniamo in breve alla Guida della grazia: ovvero un ausilio che indirizzerà il giocatore, seppur con riserve, verso il prossimo obiettivo segnato su una mappa.
Elden Ring vincerà il GOTY?
Elden Ring è un gioco che è stato osannato dalla critica e adorato dai videogiocatori più disparati, e questo potrebbe bastare per farsi un'idea chiara del suo successo. Inoltre, la presenza dello scrittore George R.R. Martin, autore della famosa serie di romanzi del Trono di Spade, ha anche permesso di farsi conoscere con un'autorevolezza nuova.
Il risultato dei The Game Awards sarà comunque positivo: se la vittoria del Game of the Year (GOTY) non sarà di Elden Ring, la possibilità che possa vincere i restanti premi è molto probabile. Certo è che i The Game Awardsnon sono fondamentali per il riconoscimento di un videogioco di qualità, anche se la soddisfazione di un premio ne varrebbe la pena.
Con i The Game Awards si raggiunge l'apice di un anno colmo di videogiochi. Tutti gli appassionati si trovano davanti a uno schermo, nella speranza di conoscere quale, tra i tanti giochi candidati, vincerà una delle tante categorie. Il prossimo 8 dicembre scopriremo se Elden Ring, con le sue sette nomination e un seguito già affezionato, meriterà l'agognato premio del GOTY.