Se non ci fossero i boy meets girl, molto probabilmente non esisterebbero neanche le commedie indie.
E se non esistessero le commedie indie, saremmo tutti un po' più tristi, perchè c'è poco da fare gli snob o i duri e puri, per una serata di perfetto relax, di leggerezza e di sorrisini spontanei, non c'è di meglio che affidarsi a un genere che negli anni vede però moltiplicarsi i suoi cloni, non sempre riusciti.
Se volete quindi andare sul sicuro -e qui spero di fermarmi con tutti questi Se..-, senza incappare in quelle commedie che iniziano con commedie e finiscono nel dramma o si perdono nella loro ricerca di uno stile rendendole poco naturali e immediate, The Giant Mechanical Man fa al caso vostro.
Una piccola avvertenza, però, perchè il film, datato 2012 non è ancora arrivato in Italia, stranamente...
Non fatevi fuorviare dal titolo però, perchè no, non si parla di meccanici, no, non si parla di auto.
Si parla, come si diceva sopra, di una ragazzo che incontra una ragazza.
Per la precisione, di un uomo con la vocazione e il lavoro di artista di strada, uno di quegli strani personaggi truccati di tutto punto che se ne restano immobili per le strade e per le piazze aspettando il momento giusto, e il giusto compenso, per muoversi. Un uomo così che viene lasciato dalla fidanzata, stanca della sua stranezza, stanca del suo pessimismo, e che quindi per mantenersi e per sopravvivere finisce a lavorare in uno zoo.
E per la precisione si parla di una ragazza, timida e chiusa in se stessa che non riesce a tenere né un lavoro né una casa, costretta ad andare a vivere dalla sorella minore già sposata e felice, che cerca di accasarla con un guru della scrittura e che per mantenersi e per sopravvivere finisce a lavorare in uno zoo.
Ma lo zoo non è lo sfondo del primo incontro tra Janice e Tim, no, lei si sfoga, lei crede alle parole ricche di saggezza che ha sentito pronunciare da Tim nei panni del suo uomo-robot, manifestazione dell'alienante mondo di oggi, ma ancora non sa che sotto quel fondotinta argentato si nasconde l'uomo che inizia a farle battere il cuore e a farle trovare il coraggio di cambiare, l'uomo che giorno dopo giorno la aiuta e condivide la frustrazione di un lavoro non certo esaltante e una vita sentimentale ancora meno.
Come nella più classica boy meets girl, l'amore entra pian piano sulla scena, dopo le cadute e i disastrosi appuntamenti, dopo le umiliazioni lavorative.
Come nelle più classiche commedie indie, i protagonisti sono tipi diversi, sono stralunati e intellettuali, sono incoerenti e romantici.
Se poi ci si mette la city americana nello sfondo, e dei personaggi di contorno che aumentano la specialità dei due, attraverso le loro manie e il loro egoismo, non si può che affezionarsi ulteriormente a Janice e Tim, soprattutto se si prendono come metro di riferimento la snob e manipolatrice Jill o il marpione interessato solo alla sua voce -pur scrivendo manuali su come migliorare le conversazioni- Doug, in cui troviamo un capelluto parecchio imbarazzante Topher Grace.
Sì, è vero, la storia non è delle più originali, il lieto fine è ovviamente dietro l'angolo e atteso.
E sì, per quanto belli e carini Janice e Tim non potranno mai essere come Tom e Summer, ma poco importa, perchè The Giant Mechanical Man appartiene comunque e di diritto al genere boy meets girl e alle commedie indie più riuscite.
Come fare a dirlo?
Per la leggerezza, e per quei sorrisini spontanei impossibili da trattenere durante la visione.
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