The Giver

Creato il 16 settembre 2015 da Fedetronconi

“Quella memoria mi è piaciuta, molto. Capisco perché è la sua preferita.

Non riesco a trovare la parola per descrivere la sensazione che emanava,

il sentimento che riempiva l’intera stanza”. disse Jonas

“Si chiama Amore”

( da The Giver di Lois Lowry – Giunti Editore)

Jonas vive in un mondo in perfetto equilibrio. Tutte le case sono uguali, non ci sono razze, religioni, colori. Non ci sono sfumature, nessuna differenza. Tutti fanno quello che gli viene chiesto, che gli viene assegnato e prestabilito dagli Anziani. Non ci sono desideri, scelte, ne pulsioni, ne sessualità. In nome e rispetto di questo equilibrio le emozioni vengono sopite grazie ad automedicazioni che stabiliscono uniformità, pace, stabilità costante. La regola è rispettare le Regole. Alla fine dell’adolescenza a tutti i giovani viene assegnato – durante una cerimonia ufficiale – il proprio compito da Adulto. A Jonas, giovane coraggioso e audace, viene assegnato il compito più difficile e prezioso: il Custode della memoria collettiva. Jonas sperimenta grazie al suo mentore – il Donatore della memoria – le emozioni e si sente finalmente vivo. A tal punto di ribellarsi a questo perfetto equilibrio.

The Giver viene proposto come romanzo fantasy per ragazzi ma è una lettura profonda per tutti, anche per gli adulti. Perché il tema delle emozioni, dei desideri, della conoscenza è intrecciato e trattato in modo delicato e in modo da far scaturire riflessioni. Il lettore riacquista la Conoscenza tramite il vissuto di Jonas, vive gli stessi dubbi del ragazzo. E alla fine la riflessione più importante: come può essere un mondo senza emozioni e senza sapere? Qui lo sperimentiamo: la negazione della memoria collettiva quale mezzo di controllo sociale (sì, è venuto subito in mente pure a me 1984 di Orwell). E poi arriva Jonas, un ragazzo che riceve la Conoscenza (tramite racconti,vissuto, memorie, libri) e conclude che il mondo così come è non gli piace e si ribella. Questo è il rischio che corriamo tutti nel momento in cui ci apriamo ai nostri giovani: insegnanti, educatori, genitori. E’ il rischio che si corre nel “pericoloso” compito della trasmissione del sapere. E come diceva Tommaso Pincio “perché ogni volta che un ragazzo apre un libro varca l’Altrove. Perché ogni voltache gli si racconta una storia si dà al ragazzo la possibilità di scegliere. Gli si dà libertà“. E io questa la trovo una provocazione straordinariamente attuale per tutti noi.


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