The Grandmaster

Creato il 24 settembre 2013 da Misterjamesford
Regia: Wong Kar WaiOrigine: Cina, Hong Kong, USAAnno: 2013Durata: 123'La trama (con parole mie): nella Cina degli anni trenta, Ip Man, indiscusso Maestro di arti marziali, vive una vita tranquilla con la famiglia, godendosi non soltanto la sua posizione, ma anche le ricchezze ereditate dai suoi avi. Quando un conflitto in seno alla comunità del kung fu lo porta al confronto con la dinastia dei Gong, Ip Man decide di defilarsi nonostante l'attrazione provata per la figlia dello stesso Gong, Er, in lotta con l'ex allievo del padre Ma San.Quando i giapponesi invadono la Cina ed Ip Man è costretto a rinunciare a tutto spostandosi ad Hong Kong, le vite dei protagonisti della scena del kung fu cambiano e si disperdono, ma il legame che tocca le esistenze dei tre esperti più importanti del continente pare non dissolversi, accompagnando ognuno di loro nella vita e nella morte come un dono o una maledizione.
Non è un mistero che Wong Kar Wai sia stato una delle più grandi passioni cinematografiche del sottoscritto nei primi anni del nuovo millennio, ovvero nel periodo in cui maggiormente mi concentrai sul solo Cinema d'autore senza preoccuparmi troppo di tutte le proposte tamarre che costellarono la mia infanzia e che tornai - fortunatamente - a recuperare qualche anno dopo.Come se non bastassero, poi, perle assolute del calibro di In the mood for love o 2046, il buon Wong si rivelò responsabile di una delle folgorazioni più travolgenti della mia storia di spettatore, quell'Hong Kong Express che ancora oggi è senza dubbio parte dei miei dieci film della vita di tutti i tempi - o forse ci si avvicina, ma siamo comunque molto in alto nella graduatoria emotiva -.Come molti altri registi, giunto all'apice del successo in patria e riconosciuto dai più importanti Festival internazionali, il cineasta di Shanghai finì per cedere alla corte degli States, firmando un'opera decisamente minore come My blueberry nights, fondamentalmente un condensato dei suoi lavori precedenti - tra i quali spicca anche lo splendido Happy together - preparato per tutti gli spettatori mai avvicinatisi al suo lavoro.Dunque, il quasi silenzio.Quando, praticamente a sorpresa, venni a sapere della realizzazione di un film legato alla figura di Ip Man, leggendario Maestro di arti marziali che fu anche tra i primi insegnanti di un giovanissimo Bruce Lee, già passato peraltro da queste parti a seguito del biopic action a lui dedicato - un prodotto niente male, tra l'altro -, fui molto felice del ritorno in patria di Wong, pronto a mettersi al lavoro insieme al suo attore feticcio Tony Leung su una materia profondamente cinese: non nascondo, dunque, una certa delusione a seguito della visione.Senza dubbio la tecnica del regista in questione resta clamorosa ed indiscutibile, la confezione pressochè perfetta, la fotografia splendida, così come i movimenti di macchina, eppure The Grandmaster soffre delle stesse patologie che rendono il Cinema d'autore attuale piuttosto indigesto al sottoscritto: autoreferenzialità, cura eccessiva della confezione a scapito dell'impatto emotivo, una sterilità di fondo che spesso e volentieri, oltre alla noia, fa insorgere nello spettatore il dubbio di non trovarsi nel posto giusto, e che un parco, o qualche locale nell'ora dell'aperitivo sarebbe senza dubbio più divertente di un pippone sul grande schermo, per quanto di classe lo stesso sia.Ed eccomi infatti annaspare sul divano di casa Ford cercando di aggrapparmi all'idolo e già citato Tony Leung o alla sempre splendida Zhang Ziyi per non rischiare di rimpiangere troppo le tempeste di legnate che l'Ip Man della versione action dispensa per una buona metà di pellicola rispetto a mezze frasi sussurrate sotto la pioggia inquadrata goccia per goccia in una cornice di ricostruzione d'epoca impeccabile, maledicendo il fatto che nell'ultimo periodo riesce davvero difficile a questo vecchio cowboy trovare un film di un certo spessore che coinvolga invece di sfracellare a morte i cosiddetti.Fortunatamente per me - e per tutti quelli che sceglieranno di vederlo in sala - Wong Kar Wai è e resta un grande narratore delle storie d'amore irrelizzabili e struggenti, e a tre quarti di pellicola spesso dal sapore new age "alto" succede una parte conclusiva di bellezza disarmante, finalmente consacrata ai destini dei protagonisti e alle loro interiorità, in grado di emozionare e coinvolgere come avrebbe dovuto fare l'intero lavoro.In qualche modo, per esecuzione ed eccessiva freddezza, questo The Grandmaster rappresenta una risposta orientale all'Anna Karenina di Joe Wright, che qui al Saloon subì lo stesso tipo di rimproveri ed osservazioni.Onestamente spero che Wong possa tornare ad un approccio più naif e semplice, e alla freschezza di quelle che furono le sue prime, fulminanti opere: e poco importerà se dovrà essere sacrificata un pò di forma.
MrFord
"Everybody went kung fu fighting
those cats were fast as lighting
in fact it was a little bit frightning
but they fought with expert timing."Foo Fighters - "Kung fu fighting" - 

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