Prima della Grande Carestia Nel 1800 l'Irlanda venne annessa alla Gran Bretagna ( formata allora già da Inghilterra, Scozia e Galles ) per decreto dell' Act of Union, divenendo così "Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda" e cedendo buona parte dei suoi territori a proprietari inglesi, i quali a loro volta li affittavano alla popolazione locale per cifre esorbitanti, pagando naturalmente una miseria i lavoranti.
La Rivoluzione industriale non aveva influito praticamente per niente sull'economia dell'Irlanda, che di fatto continuò a basarsi sull'esportazione di prodotti agricoli, in particolar modo verso la Gran Bretagna.
La causa principale della carestia Peronospora è il nome di un fungo che arrivò intorno al 1844-5 in Irlanda attraverso le navi provenienti dal Nord America. In breve tempo tutto il raccolto dell'anno 1845 di patate andò perduto, giacché sia quelle piantate in terra che quelle conservate marcivano nel giro di giorni.
"Una settimana dopo i primi casi vi fu un'inchiesta governativa che affermò che, se anche in alcune aree il raccolto era andato perso, l'abbondanza di patate che si prospettava per quell'anno avrebbe sopperito alla perdita. Un mese dopo, al momento della raccolta, un'altra indagine governativa rivelò che le perdite erano ben più consistenti " (Wikipedia, alla voce "Grande Carestia Irlandese")
Questo pregiudicò anche i raccolti degli anni successivi, perché non fu possibile mettere da parte le patate da seme che sarebbero servite per la semina della stagione seguente.
Anche il secondo raccolto, quello del 1846, ( quel poco che si era riuscito a piantare ) venne totalmente distrutto, ed i proprietari furono costretti a licenziamenti in massa dei contadini, impossibilitati a pagarli.
Conseguenze
Il governo si impegnò immediatamente per dare lavoro ai tanti disoccupati in miseria, avviando lavori pubblici che richiedessero manovalanza in gran quantità, e convogliando coloro che rimanevano alle Case di Lavoro, istituti che assumevano manodopera in cambio di vitto ( scadente ) e alloggio ( primitivo, quasi invivibile). Molti morirono. Ci si mise anche l'inverno, rigidissimo, a peggiorare le cose. Impedendo il lavoro all'aperto, compromise la capacità lavorativa di questi poveracci. Il governo distribuì per un poco generi alimentari gratis, ma ben presto finì i fondi. Nel contempo, gli affittuari inglesi continuavano ad esigere l'affitto delle loro terre da parte dei contadini irlandese, ovviamente impossibilitati a pagare e dunque sfrattati dalle loro case.
L'Emigrazione di massa
Quale altra possibilità rimaneva loro se non quella di scappare, come tante altre volte avevano dovuto fare nel corso della storia, verso l'America e la Gran Bretagna?
Coloro che non emigrarono, furono nuovamente colpiti in patria da raccolti danneggiati, tifo, dissenteria, scorbuto ed una violenta epidemia di colera ( 1849), che da sola fece 36 000 vittime.
La ripresa
Passata l'epidemia, la situazione cominciò a risollevarsi. I successivi raccolti furono discreti e lentamente le cose migliorarono. La popolazione riprese a crescere, il governo sanò i debiti dovuti agli aiuti dati, ed a ricordo di quei tragici, terribili eventi resta oggi solo la silenziosa testimonianza di muri diroccati e case in rovina, quelle lasciate dalle migliaia e migliaia di morti.
Purtroppo se ne parla raramente, anche durante i programmi scolastici ( almeno nel mio si è solo velocemente accennato ) ed invece è un'aspetto socio-economico fondamentale dell'Irlanda, certo, ma anche dei Paesi a lei legati e che ospitarono gli emigranti giunti a frotte.
Una piccola nota storica, spero che l'abbiate trovata interessante.
Con affetto, Irene